Serina – Amaro risveglio dopo la notte di Natale per gli alpini di : hanno trovato senza testa il San Giuseppe della loro capanna. Un'amarezza doppia, in quanto già lo scorso anno vandali avevano dato fuoco al Bambino Gesù nella stessa capanna che gli alpini allestiscono ogni anno all'ingresso del grande parco comunale intitolato alle penne nere, a due passi dal municipio e dal . E probabilmente sempre gli stessi vandali hanno imbrattato con scritte ingiuriose anche una parete della vicina chiesa parrocchiale. C'è da chiedersi a questo punto se l'atto sia stato premeditato e opera sia lo scorso sia questo Natale del medesimo gruppo di vandali.

Del fatto sono stati informati i della locale stazione. Ad accorgersi 'atto vandalico è stato per primo il capogruppo Enrico Tiraboschi che racconta: «Di buon mattino sono passato quasi per caso davanti alla capanna ed è stato istintivo gettarvi uno sguardo. Non ho creduto quasi ai miei occhi: ho visto rovesciata a terra la statua in gesso di San Giuseppe e accanto al tronco la testa. Mi sono prima sbigottito e poi arrabbiato. Nel frattempo mi ha raggiunto Donato Faggioli che mi ha riferito delle scritte sui muri della chiesa». «Mi chiedo a questo punto – continua Tiraboschi – quale sia il significato di questo atto vandalico. Noi alpini e la popolazione la consideriamo solo un atto di vigliaccheria.

Siamo convinti che si tratta di un atto mirato e ci domandiamo il perché di tanto accanimento nei nostri confronti. Magari non va bene tutto il nostro lavoro di volontariato che da anni esprimiamo in paese e dove ci chiamano. Perché c'è bisogno di aiuto e ben si sa che il nostro motto è “amare vuol dire donare”. Quindi siamo pronti a rispondere tempestivamente». «Ma perché – osserva ancora Tiraboschi – tanto malanimo? Gli autori di questa assurda bravata ce l'hanno espressamente contro gli alpini o contro tutta la comunità? Sono state tante le persone e soprattutto bambini che domenica e ieri ci hanno espresso la loro disapprovazione».

Cosa intendono fare ora gli alpini? «Per il momento – risponde Tiraboschi – e per alcuni giorni lasceremo lì la statua danneggiata, a monito di quanto accaduto, poi la sostituiremo. Al suo posto è stato messo un cartello di denuncia ed esecrazione del vandalismo». Sul quale, a caratteri cubitali, sta scritto: «La perfida vigliaccheria non ha limiti, che la mano dell'infame e ignobile gesto possa essere punita. Dio vede… Dio provvede».

Sergio Tiraboschi – L'Eco di Bergamo

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