Serina – Non siamo ancora al «fai da te» ma poco ci manca. E comunque ci si arrangia. I soldi dallo Stato sono sempre meno, i supplenti non si chiamano più e quando un insegnante si ammala si uniscono le classi e si fa lezione in palestra. E, a volte, per le attività si chiede aiuto gratuito ai genitori. La maggior parte delle scuole bergamasche non naviga in buone acque – economicamente parlando – ma ci sono istituti che stanno peggio di altri. È il caso 'Istituto comprensivo di Serina, dieci scuole, tra materne, elementari e medie, a Serina, Oltre il Colle, Bracca, Costa Serina e , 461 studenti, tra cui 15 stranieri e una decina di disabili, con 70 docenti e 17 dipendenti Ata (ausiliario tecnico amministrativo): istituto che, negli ultimi anni, ha accumulato nei confronti dello Stato un credito di 113 mila euro e dell'Ufficio scolastico provinciale di 90 mila euro, per un totale di 203 mila euro. Soldi che dovrebbero servire a pagare supplenti e attività aggiuntive svolte dagli insegnanti. Ma questi fondi non arrivano.

«C'è una gravissima difficoltà di gestione dell'intero istituto comprensivo – scrive al nostro giornale il Consiglio d'istituto – che si vede costretto a limitare le risorse necessarie al funzionamento amministrativo e didattico, rendendo prevedibile, per il 2010, l'impossibilità di far fronte ai pagamenti, per altro inderogabili, delle spese per la sostituzione del personale assente (supplenze brevi e ore eccedenti) per le attività previste dal contratto integrativo».

«E i docenti e il personale ausiliario tecnico amministrativo – continua il Consiglio d'istituto – non hanno potuto avere il riconoscimento del fondo d'istituto (ore straordinarie) per gli anni scolastici 2007-2008 e 2008-2009». «La maggior parte del credito – spiega Gianandrea Rota, insegnante elementare e componente del Consiglio d'istituto – si è accumulato nel 2006. Le nostre sono tutte scuole di , oltre i 600 metri di altitudine, e quindi consentono agli insegnanti di acquisire un doppio punteggio per le graduatorie. Tanti insegnanti, soprattutto ragazze, chiedevano di poter fare supplenze da noi. Poi molte entravano, a pieno diritto, in maternità e l'istituto restava con l'onere dei pagamenti di doppi stipendi. Abbiamo continuato a segnalare le nostre difficoltà a proseguire ma senza risultati. E, a un certo punto, si è deciso di posticipare il pagamento per gli straordinari degli insegnanti per garantire lo stipendio normale dei supplenti. Ma a lungo andare saranno a rischio anche quelli».

A questo punto diventa difficile garantire anche una didattica normale. «Quando un insegnante è a casa – continua Rota – non vengono assunti supplenti e la classe scoperta viene accorpata a un'altra. Ma un'aula normale è troppo piccola e, anche per motivi di , ci si sposta coi banchi in palestra. E per fare un po' di economia su altre attività di laboratorio ci è capitato di chiedere aiuto ai genitori».

«La situazione economica si aggrava continuamente – continua il Consiglio d'istituto – ciò nonostante docenti e personale Ata anche quest'anno non hanno voluto far venire meno i progetti per gli alunni, facendo ore eccedenti, consapevoli delle difficoltà di pagamento delle stesse». Una situazione che «abbiamo segnalato ancora recentemente al ministero, alla prefettura e ai Comuni», dice il dirigente scolastico Tindaro Motta. «Ma, purtroppo, pare che di spiragli non ve ne siano», conclude Rota.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di