UnicalceSedrina – Perché proprio a , ma soprattutto perché proprio amianto? Perché così a ridosso delle ? E perché lo sperone non è ancora stato messo in ? Tanti perché si sollevano insieme a tanti malumori attorno al progetto della discarica di cemento amianto ideato dalla società Unicalce proprietaria della cava Santa Barbara in località Cacosio. Le risposte ai tanti «perché» dei sedrinesi che mercoledì sera hanno riempito la sala consiliare, il sindaco Agostino Lenisa potrà però darle solo dopo un incontro ufficiale chiesto, ma non ancora ottenuto, con i vertici 'Unicalce. Intanto ha fatto i suoi primi passi un comitato di residenti che si sta per costituire con l'obiettivo di seguire da vicino l'iter del progetto e con l'intenzione di opporsi alla realizzazione della discarica di amianto.

La preoccupazione più grande emersa è la pericolosità della discarica a cui si affianca lo sfruttamento di un territorio già martoriato dalle escavazioni. Il sindaco ha ripercorso le vicende che hanno preceduto la notizia della discarica. Si è parlato della convenzione stipulata con Unicalce che prevede a fine escavazione il passaggio di proprietà delle aree al Comune. Ma anche del famoso «gnocco» la cui pericolosità minaccia le strade sottostanti, da quella comunale fino al viadotto, degli interventi di messa in sicurezza fatti dal Genio civile nel 2000 e i successivi rinvii dell'Unicalce, proprietaria dello sperone. «Non è accettabile che dopo aver sfruttato il territorio per 30-40 anni dobbiamo subire le decisioni di chi su quell'area ci ha guadagnato – ha detto il sindaco –. Prima si stabilisce che quell'area viene immessa nel patrimonio del Comune, e poi i cittadini e la prossima amministrazione decideranno cosa fare. Invito la cittadinanza a seguire l'iter progettuale ma fino a fine mandato faremo la nostra parte e tuteleremo i cittadini».

«Siamo molto preoccupati – hanno ammesso alcuni residenti della zona –. Cosa dobbiamo fare? Scappare? Il progetto prevede che transiteranno 30 camion al giorno carichi di amianto. Se dovesse accadere un incidente? Chi pensa alla nostra salute e ai nostri figli?». La paura era palpabile tra i tanti che hanno chiesto la parola per porre domande o fare proposte. «La salute è al primo posto – ha aggiunto un altro sedrinese –. La questione economica e gli zeri che girano attorno a questa operazione non ci interessano. Se c'è una convenzione deve essere rispettata». E c'è stato chi anche ha parlato di una «lobby dei cavatori, che dopo aver distrutto il territorio lo restituisce con una bomba sotto casa», chi ancora ha proposto un referendum e chi una variante al Pgt. Per seguire da vicino il progetto sono aperte le adesioni per entrare a far parte di un comitato di cittadini: le iscrizioni si raccolgono fino a mercoledì prossimo in municipio.

Gabriella Pellegrini – L'Eco di Bergamo

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