aceroDa e parassiti, il fenomeno sul monte Tassera. Analisi in corso per i rimedi. In azione la «farfallina della Macedonia» e la «crosta nera». Mancano ancora alcune settimane all'arrivo dell'autunno. Ma nei boschi appena sopra Sedrina le chiome degli alberi sono già ingiallite.

La colpa sarebbe di un parassita la Cameraria Ohridella e di un fungo chiamato «crosta nera dell'acero», che secondo i sopralluoghi e le analisi effettuate dai tecnici della e dell'Istituto agrario di avrebbero causato l'ingiallimento delle foglie degli aceri montani nei boschi sopra Sedrina.

Nella zona del monte Tassera, residenti di Sedrina e di ma anche automobilisti di passaggio sul viadotto possono infatti notare anche da lontano il fenomeno dell'ingiallimento diffuso delle chiome degli aceri. La zona interessata è situata principalmente sul versante nord del monte: salendo verso , proprio all'altezza dell'ingresso di Sedrina. Ma si è estesa in forma meno intensa, oltre che verso , anche verso la contrada di Cler, fino al Roccolo del Fontanone, interessando una superficie complessiva di circa trecento ettari di bosco.

«Le analisi eseguite da tecnici competenti – ha sottolineato Guido Salvi, assessore ad Ambiente e Protezione civile del Comune di Sedrina – hanno dimostrato che si tratta dell'azione di un fungo, che unito a un parassita, ha colpito tutta la zona boschiva verso Nord, probabilmente una delle zone più umide del paese. Non ci sono assolutamente pericoli per la salute dell'uomo. Il fenomeno dovrebbe rientrare con l'arrivo dell'autunno, senza alcun intervento da parte nostra».

A seguito di un sopralluogo richiesto dall'Amministrazione comunale di Sedrina, i funzionari della hanno riscontrato che si tratta probabilmente della Cameraria ohridella o più semplicemente della «farfallina della Macedonia». Si tratterebbe di un parassita arrivato in Europa negli anni Ottanta proprio dalla Repubblica di Macedonia che attacca principalmente aceri e ippocastani.

Al momento del sopralluogo – ha precisato Giovanni Manfrini, consulente forestale dell'ufficio Agricoltura e Foreste della Comunità montana Valle Brembana – non è stato possibile fare osservazioni dirette sulle larve al fine di identificare esattamente il lepidottero responsabile dei danni sulle foglie di acero. Dall'osservazione in trasparenza dei campioni di foglie di acero prelevati nel bosco risultano però riconoscibili i fori di deposizione delle uova e la relativa galleria larvale. L'infestazione del lepidottero ha causato solo modesti danni agli apparati fogliari degli aceri, che nel bosco di Sedrina rappresentano solo una parte delle essenze presenti, per cui non sono necessari interventi di lotta attiva al contenimento del parassita».

Un secondo esame delle foglie di acero prelevate dai boschi di Sedrina e analizzate dai tecnici dell'Istituto Agrario di Bergamo, per conto del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl di Bergamo, avrebbe invece individuato in un fungo chiamato «crosta nera dell'acero» la causa dell'ingiallimento. «Le foglie analizzate – hanno spiegato dall'Asl – erano allo stadio ancora iniziale, ma fortemente diffuso. Sarebbe utile trattare le piante con prodotti rameici».

Gabriella Pellegrini – L'Eco di Bergamo

DAL FORUM DI DISCUSSIONE: PIANTE DI ACERO AMMALATE A SEDRINA