Emergenza valanghe, la macchina dei soccorsi e di gestione della crisi si arricchisce di un tassello. Si tratta dell'individuazione delle basi «operative» che, nell'ambito di eventuali operazioni, saranno punto di riferimento per chi è delegato all'assistenza alla popolazione, ovvero la Protezione civile. Ebbene: gli operatori coordinati dalla Provincia (da cui dipende appunto la Protezione civile) faranno riferimento al , che garantirà non solo strutture «fisiche» e materiali ma anche professionalità e conoscenze specifiche. In caso di emergenza collegata alla con coinvolgimento della popolazione (in particolare riferite a strade e centri abitati), i poli di gestione dell'emergenza saranno le sette stazioni (, Clusone, Schilpario, Valgoglio, Valbondione, Brembana e Valle Imagna), e le due basi operative, a Clusone e a San Giovanni Bianco. Su queste si distribuiscono oggi 143 tecnici.

Il protocollo operativo
La gestione logistica dell'emergenza è oggetto di un protocollo appena siglato fra Provincia e Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico: costituisce una specifica ulteriore al «Piano di emergenza provinciale-rischio valanghe» che il Consiglio di Via ha approvato all'unanimità nel novembre scorso. Nel testo si analizzano i ruoli di supporto alle attività di protezione civile (con particolare riferimento al rischio valanghe) al fine di agire in modo più tempestivo e coordinato nelle aree montane e nelle zone impervie del territorio. Presenti alla firma, l'assessore alla Protezione civile Fausto Carrara e il delegato provinciale del Soccorso alpino Renato Ronzoni. «Le competenze della Provincia in tema di protezione civile si uniscono quindi alla pluriennale esperienza del Soccorso alpino facendo », spiega Carrara.

Il Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico è una struttura operativa del servizio nazionale della Protezione civile che svolge e coordina le attività di ricerca nel caso di dispersi e in caso di valanga, in ambienti disagiati e impervi. «Il Soccorso alpino metterà a disposizione, sia per le attività di prevenzione che in caso di emergenze, i propri tecnici volontari, le sue centrali operative e le sue stazioni, che saranno base operativa per la gestione delle emergenze. La collaborazione con la Provincia è un dato positivo e permetterà un maggiore coordinamento nel corso degli interventi», sottolinea Renato Ronzoni. La Provincia, dal canto suo, svolge attività di coordinamento anche nei confronti delle altre organizzazioni di volontariato di Protezione civile iscritte all'albo regionale (ad esempio per l'eventuale supporto con unità cinofile da ricerca o volontari con preparazione e attrezzatura adeguata). «Il sistema di cooperazione sarà efficace se tutti gli attori parleranno lo stesso linguaggio e adotteranno le stesse procedure – commenta l'assessore Carrara –. Fra le funzioni importanti per cui il Soccorso alpino ha offerto il suo contributo ci sono, ad esempio, il supporto tecnico per indagini nivometorologiche, o la collaborazione in eventuali emergenze con l'attivazione dei cancelli stradali».

Piano di rischio
L'intesa riguarda, come detto, gli incidenti che coinvolgono strade e centri abitati. Per le piste è allo studio una ulteriore specifica, ma fino a che non sarà operativo la gestione seguirà la linea appena fissata.
«Questo protocollo – chiosa Carrara – è un tassello per la della popolazione all'interno del mosaico della Protezione civile, che completa sia quanto previsto nel piano di emergenza valanghe, recentemente pubblicato sul sito della Provincia e in fase di distribuzione in questi giorni, sia lo specifico protocollo con la Regione e vari enti in tema di monitoraggio e prevenzione delle valanghe sul territorio montano».

L'Eco di Bergamo