valbona26Un inverno da ricordare, con quelle nevicate che restano nella memoria. Un inverno da ricordare, con quelle nevicate che restano nella memoria e poi si raccontano ai figli. E allora, tra un po' di tempo, quando i fiocchi saranno ancora abbondanti, si dirà «come la grande nevicata del 2008-2009».

Una stagione fatta di metri di , tormente, venti, slavine, disagi e strade interrotte, ma anche paesaggi da fiaba ovunque. Con il manto bianco che, alle quote più alte delle Orobie, rimane ancora oggi e forse attraverserà l'estate.

Siamo in pieno agosto e una mostra sulla neve potrebbe sembrare un po' fuori tempo massimo… Ma il desiderio degli 11 fotografi brembani che da sabato, alla palestra di , allestiranno un'esposizione sulla «Grande neve dell'inverno 2008-2009» è quello di arrivare anche al pubblico dei turisti e far conoscere un volto diverso della . Non saranno solo le foto, però, a raccontare questo lungo inverno appena trascorso: ci saranno anche dati e mappe meteo, numeri e schede per comprendere a fondo come e cosa è successo, tra cielo e terra , dal novembre al febbraio scorso. Il merito dell'iniziativa è di Emanuele Felotti, 29 anni, di , e Piergiuseppe Donadoni, 22 anni, di Poscante di (nella prima foto piccola a destra, sono ai lati mentre premiano il vincitore di un concorso online sulla neve).

bacheca

A loro, soprattutto, si deve l'elaborazione dei dati meteo che, insieme a 150 immagini selezionate tra le più belle dello scorso inverno, verranno proposti durante la mostra. Felotti, laurea in Scienze dell'educazione, si è appassionato alla meteorologia, dice, «dopo l'incredibile sorpresa infantile avuta con la grande nevicata del 1985». Tramite Internet ha poi approfondito lo studio e ora, collaboratore del sito web orobiemeteo.com, si diverte a guardare satelliti e fare previsioni per la Bergamasca. Con lui «lavora» Donadoni, laureando in ingegneria a Dalmine, da quest'anno collaboratore del sito.

Insieme alle foto verranno descritte sei nevicate della scorsa stagione fredda. Si partirà dalla «Notte bianca» del 24 novembre con i primi 20 centimetri di neve caduti in , quindi le cosiddette «Tre fasi perturbate» dal 28 novembre al 1° dicembre che, complessivamente, portarono poco più di un metro di neve a 1.500 metri di quota e oltre il metro e mezzo a 2.000 metri. Quindi la «Settimana bianca di Santa Lucia», con le nevicate dal 9 al 16 dicembre che accumularono fino a 70 centimetri in quota. Si arriva alla sera del 25 dicembre e al Santo Stefano imbiancato: 15 centimetri in alta valle e 5-10 centimetri in pianura: titolo dell'evento «Blizzard nevoso», ovvero venti gelidi e nevicate orizzontali e ghiacciate solo per qualche ora, ma quanto basta per rendere il Natale 2009 da cartolina. L'anno nuovo inizia con la «Nevicata dell'Epifania», tra il 6 e il 7 gennaio (che sarà accompagnata, alla mostra, da una speciale rassegna di foto notturne su Lenna) con 30 centimetri in bassa valle e 40 in alta.

Infine la «Grande neve di febbraio»: i 20 centimetri nella bassa valle e il mezzo metro in alto, tra l'1 e il 2 febbraio, e gli eccezionali 150 centimetri caduti in quota tra il 5 e l'8 febbraio, con la chiusura per slavine delle strade per Foppolo e i Piani dell'Avaro. I sei eventi saranno accompagnati dalla descrizione tecnica dei fenomeni e dalle mappe radar sul Nord Italia, per comprendere come è arrivata anche da noi la grande neve, tra basse pressioni, circolazioni atmosferiche e aria umida. Ma ci saranno soprattutto le foto: quelle di Gino Galizzi e Sergio Manzoni di San Giovanni Bianco, Daniele Pedretti di Paladina, Ivan Forcella di Brembilla, Tarcisio Migliorini di Carona, Renzo Magoni di Zogno, Mario Sonzogni di Sedrina, Aurelio Paganoni di Foppolo, Marco Caccia di Almè, Ettore Ruggeri di Stabello di Zogno e Pietro Pellegrini (la mostra è realizzata con la collaborazione di Mario di Lenna).

Ci sono le foto delle slavine, ma soprattutto paesaggi mozzafiato e da fiaba, gente che spala metri di neve dai tetti e persone dentro trincee bianche, e poi immagini notturne da cui sembra uscire quel silenzio ovattato tipico dei paesi sommersi dalla neve. Perché con i fiocchi che scendevano di notte i nostri fotografi non ci pensavano due volte e, quando ancora nessuno si era avventurato sulle strade trasformate in piste scivolose, andavano alla ricerca degli angoli più suggestivi: un portico con la luce soffusa o un'alba in incorniciata da un ramo bianco. «Ricordo la nevicata notturna di gennaio – dice Gino Galizzi – quando mi alzai alle 5 di mattina: il cielo era tornato limpido, la luna piena e il paesaggio fantastico.

Presi l'auto e mi avventurai in mezzo alla neve in alta Valle, fino a , in un'atmosfera surreale: nessuno in giro e un grande silenzio. Mi misi in mezzo alla strada col cavalletto della macchina fotografica e l'autista dello spazzaneve mi disse se ero matto. Ma a quell'ora i paesaggi offerti dalla natura e dalla neve erano straordinari. Poi quando fai vedere le foto agli amici che lavorano negli uffici ti chiedono come hai fatto e se sono veri». Immagini e parole cercheranno di raccontare tutto questo nella mostra che, patrocinata dal Comune e dall'associazione «La Fregera», sarà inaugurata sabato alle 20.30, alla palestra delle elementari di Lenna. Resterà aperta fino al 18 agosto, tutti i giorni dalle 16,30 alle 18,30 e dalle 20,30 alle 22,30. Per ricordare il «Grande inverno 2008-2009». E, magari, ammirando quelle immagini di freddo, per rinfrescarsi – almeno con la mente – dalla canicola.

Giovanni Ghisalberti