Nella notte di Natale a Ponte San Pietro la piena del Brembo ha spazzato via la diga dell'Enel. Il grosso cilindro in ferro che funge da paratia, «spostando» l'acqua nel canale a fianco del fiume, è ora incagliato nel Brembo a una cinquantina di metri dal manufatto a cui era ancorato. La diga, infatti, era composta da un manufatto cilindrico in ferro, lungo una trentina di metri e pesante decine di tonnellate, che da più di 80 anni ha deviato l'acqua del Brembo nel canale artificiale dell'Enel, la roggia Masnada che nel suo percorso da Ponte San Pietro a Marne di Filago alimentava le centrali di Bonate Sotto e Marne. La diga è stata travolta dalla forza del fiume in piena, scaraventata come un fuscello. Dal vecchio ponte di via Roma ora è visibile solo la struttura in ferro a cui era ancorato il grosso cilindro, con la passerella usata dagli addetti alla manutenzione della struttura idraulica e una cinquantina di metri a il grosso tubo in balia delle onde del Brembo.

La rottura della diga è avvenuta verso le due, seguita con non poca apprensione dalle che abitano
nelle sulla riva sinistra del fiume. «Già dopo mezzanotte abbiamo notato che qualcosa non andava» raccontano Katiuscia Neri e il marito Walter Rota. Dal loro balcone, a pochi metri dalla diga, hanno seguito l'evolversi della situazione. «Il cilindro era alzato – spiegano – e le sirene di allarme suonavano già da parecchio tempo. Erano visibili movimenti strani dell'acqua, molto impetuosa seppur non come nelle memorabili piene degli anni scorsi. All'improvviso abbiamo sentito dei rumori forti, come dei boati. Forse era il cilindro disancorato, che picchiava contro i pilastri della diga. Gli abitanti del nostro palazzo si sono affacciati ai balconi per capire cosa stava succedendo nel Brembo, con tanta paura che la situazione potesse causare dei danni. Nel frattempo abbiamo allertato i carabinieri e i vigili del fuoco. I boati si sono intensificati e poi verso le due il cilindro si è completamente staccato dai supporti, è finito in acqua fermandosi a una cinquantina di metri dalla diga. I boati – aggiunge la donna –, sono stati uditi a distanza, in piazza Libertà e nella zona della chiesa parrocchiale».

Sul posto sono arrivati i carabinieri della stazione locale, i vigili del fuoco e gli operai dell'Enel, che purtroppo hanno dovuto constatare che la diga è stata gravemente danneggiata. Dalla notte di Natale, dunque, l'acqua del Brembo scende libera a valle; nel giro di pochi giorni il canale Enel resterà a secco e non sarà più in grado di alimentare le due centrali elettriche di Bonate Sotto e Marne di Filago. Sicuramente è un grosso danno, sia per le spese necessarie a ripristinare la diga, che per la mancanza di energia elettrica prodotta attraverso la forza idraulica del canale.

Nei prossimi giorni i tecnici dell'Enel saranno impegnati nei sopralluoghi per analizzare le cause e quantificarne i danni relativi alla ricostruzione dell'infrastruttura idraulica. La scorsa estate tecnici e operai dell'Enel hanno lavorato circa tre mesi per sistemare la diga, per renderla più moderna e sicura. «Non ci dovrebbero essere serie conseguenze dal punto di vista idrogeologico – osserva il sindaco Giuliana Reduzzi, che ha sentito i forti rumori causati dalla rottura della diga poiché la sua casa è situata vicino al ponte di via Roma –: l'acqua scorre regolarmente nell'alveo del fiume e non ci sono segnali di esondazioni. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con l'Enel per fare il punto».

Remo Traina – L'Eco di

Natale 2009, il fiume Brembo in piena a Clanezzo