La Provincia decide il cambio di destinazione. L'inserimento di nove capi oggi a . : ma il problema resta, non autoctoni. San Pellegrino Terme – Cambio di destinazione per i mufloni in arrivo dalla Toscana. Dalla Valle Seriana alla Valle . La Provincia, infatti, ha deciso che i nove esemplari acquistati ad Arezzo tramite il Parco delle Cornelle (per 6.480 euro) verranno inseriti nell'Oasi protezione San Pellegrino (nell'omonimo comune) e non più, come inizialmente previsto, nell'area agrosilvopastorale tra il monte di Nese e il monte Podona, ad Alzano. Il rilascio (programmato già una settimana fa, ma rimandato per problemi logistici) avverrà stamattina alle 9,30: il ritrovo, per la ditta fornitrice degli animali, il veterinario, la polizia provinciale e le autorità, è al ponte di Ambria, a .

«Motivi tecnici»
All'origine della scelta, stando alle spiegazioni del settore Caccia della Provincia, non ci sono le proteste di Legambiente (contraria all'inserimento dei bovidi, perché, sostiene, «estranei all'habitat orobico»), bensì «motivi tecnico-scientifici». «Raccogliendo la segnalazione del territorio – precisano i tecnici – abbiamo preferito rinforzare la colonia già esistente in Valle Brembana, un po' in sofferenza, anziché fare inserimenti ex novo. La colonia di Nese verrà comunque creata l'anno prossimo».

E gli esperti assicurano: «Legambiente non ha minimamente influenzato la scelta, che è stata di buonsenso. Ribadiamo che il muflone non crea nessun problema alle specie autoctone, con cui non entra in competizione, si adatta benissimo dal Marocco alla Norvegia. Il piano faunistico, inoltre, consente il suo rilascio, anche nella zona seriana, dove non sono presenti né Sic (siti d'importanza comunitaria) né Zps (zone di protezione speciale). E ancora: è una specie facilmente “misurabile” ed eradicabile».

La protesta
Per gli ambientalisti, invece, «si è solo spostato il problema da una valle all'altra. Cosa cambia? Il muflone sarà anche un animale simpatico, ma che c'entra con le ? È un animale fuori posto in Bergamasca», risolleva la questione Nicola Cremaschi, presidente di Legambiente Bergamo. Per il quale, l'inserimento del muflone «fa solo il gioco dei cacciatori. Così ne avranno un po' di più da eliminare l'anno prossimo. Sempre che la specie non si riproduca a dismisura, con effetti negativi per il territorio, come già avvenuto col cinghiale».

I rilasci
Tra il 1992 e il 2008, infatti, sono già avvenute diverse immissioni, creando 3-4 colonie stabili, ben formate e organizzate: da Valbondione a Gorno, nel territorio di Predore e Tavernola; dalla zona di Grande, tra Ponte Nossa e Casnigo, a quella di Ruspino, sopra San Pellegrino. Proprio qui, stamattina, arriveranno i «rinforzi».

«Perché le verifiche tecnico-scientifiche – aggiungono dal settore Caccia – hanno dimostrato che i mufloni restati non sono tantissimi e un po' in sofferenza. Per cui abbiamo preferito rinforzare questa colonia, già esistente, piuttosto che formarne una nuova». Chissà come si troverà lui, il muflone, un po' più tozzo dello stambecco e con corna ricurve molto più grosse, nella sua nuova «casa».

Benedetta Ravizza – L'Eco di Bergamo

I Mufloni in Valle Brembana – Prealpi Orobiche

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