Arco del PegheroloOFC Mission Impossible. No, non è il titolo dell'ultimo film di James Bond ma l'impresa portata a termine da cinque pazzi temerari un sabato di settembre: trasportare una al cospetto dell'Arco di . Ecco i componenti: bepi, mulo di professione, cllocate, funambolo della bici, gogis, la nostra guida nell'ignoto, valanga, fotografo incitatore ed ispiratore, e io, muletto.

Partenza da Mezzoldo, naturalmente perdiamo quasi subito il sentiero e decidiamo di salire in verticale per il bosco scosceso, io vado in avanscoperta per cercare una traccia agibile mentre cllocate e bepi iniziano l'incredibile trascinamento della bici.

A metà salita dò il cambio a cllocate e dopo quasi trecento metri di dislivello sbuchiamo come per magia alla Ca Olta, nei Prati di Pegherolo. Il paesaggio è davvero suggestivo, sopra di noi il gruppo del Pegherolo inizia a mostrarsi nella sua bellezza calcarea e dolomitica mentre sui prati domina un silenzio mistico e quasi ultraterreno.

In Mountain Bike sull'Arco del Pegherolo

Proseguiamo nel bosco, ora la è relativamente piana per due chilometri, poi ricomincia la salita e la maledetta bici diventa una sorta di argano che continuamente si blocca sul fondo; bepi è davanti e tira con una corda attaccata al manubrio, spingo anche io da dietro, dirigo il manubrio e sollevo la bici dove proprio non ci passa, cioè in media ogni tre metri. Il peggio deve ancora venire: si sale continuamente per il bosco, gogis e valanga ci rassicurano sul fatto che l'arco è vicino ed infatti dopo più di due ore e mezza dalla partenza sbuca tra le piante in tutta la sua maestosa bellezza. Peccato che sia ancora molto alto rispetto a noi e che ci aspetti un ripidissimo “ghiaione pratoso” da superare.

Mentre io e bepi trasciniamo la bici mi sembra quasi di essere uno di quegli alpini che in guerra trascinarono un cannone sull'Adamello e mi consolo pensando che ognuno di loro avrebbe sicuramente preferito trascinare una bici rispetto a quelle tonnellate d'acciaio. Gli ultimi trenta metri sono un calvario, l'arco è sempre lì maestoso e beffardo, sembra di non arrivare mai, ora anche cllocate ci aiuta e infine anche gogis mentre valanga è già in loco e sembra un ultrà da come ci incita.

Alla fine non so come arriviamo all'arco e appena lascio a terra la bici posso ammirare dal basso questa meraviglia della natura, appena prima di mangiare voracemente le mie scorte di cibo. Dopo aver fatto le foto di rito saliamo su una selletta vicina a strapiombo sulla Valle del Pegherolo, alto sopra di noi c'è il Passo della Piodessa che viene attraversato nella via normale al Pegherolo mentre appena sotto un camoscio fa capolino tra la magra vegetazione. Per oggi questo sarà il nostro ristorante, ci rifocilliamo infatti mentre guardiamo con un pò di malinconia la lapide di Gianpietro Piazzalunga, fotografo morto per il troppo amore della magnificenza di questo angolo di montagna.

Arco del Pegherolo

La missione però non è conclusa, aggiriamo infatti l'arco sulla destra con l'obiettivo di sbucare “sul retro” e tra pini nani e erte ripe riusciamo nell'impresa, che ci ripaga del sudore versato: sembra quasi che Dio nella creazione abbia creato l'Arco del Pegherolo affinché potesse incorniciare degnamente un'altra splendida zona, i prati di Torcola sopra Piazzatorre. Qui la natura è imponente, aspra, selvaggia e sontuosa, ci sentiamo dei piccoli ospiti di fronte a tutto questo.

E' giunta l'ora del ritorno, la bici per la discesa è portata sempre da cllocate il quale palesemente si diverte un mondo a salire in sella e saltellare qua a là per il pendio, mentre io e valanga forse sognando scopriamo l'anfratto dove Pianetti potrebbe essersi rifugiato.

Arrivati ai Prati di Pegherolo ci dissetiamo in una generosa fontana, poi mentre cllocate prosegue la discesa a rotta di collo verso Piazzole per poi raggiungerci a Mezzoldo noi scendiamo un pò a spanne, incontriamo i prati di Pagliaro e da lì un laborioso signore ci indica un sentiero nel bosco che ci riporta al , dove abbiam lasciato le macchine.

Missione compiuta! Tanti si chiederanno: ma perché tanta fatica per portare una bici in posti impossibili? La risposta è solo una: l'amore non ha logica né giustificazioni, il nostro è solo un modo per dimostrare il nostro sterminato affetto per la valle e per la montagna.

GALLERY FOTOGRAFICA ALL'ARCO DEL PEGHEROLO
VIDEO GIORNATA ALL'ARCO DEL PEGHEROLO