– Quello che c'è dietro una produzione televisiva, ma anche quello che c'è dietro l'angolo di casa nostra. Magari nascosto sotto strati di polvere, ma sempre presente, nei meandri della memoria di qualcuno e pronto per essere gridato coi mass media. E non serve spingersi chissà in quale luogo remoto: molte storie, per esempio, sono di casa in Valle Brembana: San che era sede di due ministeri al tempo della Repubblica Sociale Italiana, il sistema postale moderno inventato dal casato dei Tasso nel borgo del Cornello o la vicenda di Simone Pianetti, prima emigrante e poi killer vendicatore che nel 1914, in poche ore, uccise sette , tra Camerata e San Giovanni Bianco: solo alcuni degli spunti che saranno approfonditi nello speciale documentario realizzato da Aldo Zappalà, che sarà proposto presumibilmente in primavera nel programma Rai «La storia siamo noi» di Giovanni Minoli (che introdurrà e commenterà il documentario).

Cinquanta minuti di approfondimenti e riprese che saranno realizzati a partire da marzo. È in questo momento, appunto, che entra in gioco la collaborazione con l'Università di , attraverso il laboratorio di comunicazione «Il documentario televisivo dall'idea alla messa in onda», tenuto dallo stesso Zappalà: sei appuntamenti di quattro ore ciascuno, ogni giovedì, aperti agli studenti delle facoltà di economia e giurisprudenza, ma diretti ai corsisti del master in marketing e management per l'impresa internazionale presieduto dal professor Mauro Cavallone.

L'intento è quello di trovare nuovi spunti anche grazie all'aiuto dei ragazzi, ai quali illustrare l'intero processo di produzione di un documentario televisivo: spiegando come la creatività sia solo una piccola componente: «Il mio intervento vuole insegnare il processo completo con il quale si costruisce un documentario – spiega Zappalà, da anni impegnato nella collaborazione con gli atenei – mostrando come l'idea iniziale, incontrando sulla propria diversi elementi, non diventi necessariamente quella che poi viene realizzata. E ai ragazzi chiederò di collaborare nel casting, ovvero nella ricerca di vicende e personaggi». Come i tanti racconti già scovati tramite lo studio dei chronicon, ovvero i diari dei parroci, veri e propri manuali di storia locale.

Il regista napoletano Zappalà
«In mezzo a vicende qualsiasi relative a matrimoni, bestiame o legname, abbiamo trovato spunti davvero particolari – continua Zappalà –. Perché la Valle Brembana? Innanzitutto perché questo programma vuole proprio raccontare qualcosa relativo a zone poco conosciute mettendolo in relazione con la grande storia e poi perché, pur essendo napoletano, ho da tempo un legame fortissimo con la terra bergamasca». Resta da spiegare perché il seminario sia inserito nell'ambito del corso in marketing e management e qui entrano in gioco il ruolo della Sanpellegrino, simbolo mondiale 'italian style: una delle sei lezioni prevede proprio la testimonianza di dirigenti di Sanpellegrino e Nestlé Waters.

Matteo Spini – L'Eco di Bergamo