canoeValle Taleggio, sotto accusa il cantiere per l'allargamento della provinciale. Col kayak tra tondini e pezzi di asfalto. Via : caduti accidentalmente. Valle Taleggio – Pezzi d'asfalto, guardrail, tondini di ferro, blocchi di cemento e corde metalliche: sono i rifiuti di cantiere che i canoisti brembani hanno trovato e fotografato nei giorni scorsi nel torrente Enna, lungo gli Orridi della Valle . Gli sportivi presentano denuncia. L'impresa: provvederemo alla pulizia 'alveo. Valle Taleggio – Pezzi d'asfalto, guardrail, tondini di ferro, blocchi di cemento e corde metalliche: sono i rifiuti di cantiere che i canoisti brembani hanno trovato e fotografato nei giorni scorsi nel torrente Enna, lungo gli Orridi della Valle Taleggio.

E ora gli appassionati del kayak puntano il dito contro la Provincia. Perché quel materiale abbandonato nell'alveo è «pericolosissimo per chi scenderà con la canoa e l'abbiamo trovato a conclusione dei lavori di allargamento della provinciale».

Ma proprio via Tasso, per voce del responsabile del settore Viabilità Renato Stilliti, assicura che il materiale «è caduto accidentalmente e che i lavori di pulizia non sono ancora ultimati». All'origine di tutto, quindi, c'è il cantiere per l'ampliamento di un tratto di strada provinciale, in territorio di e Taleggio: 900 metri, appena usciti dalla galleria «Le Gole», proseguendo verso Sottochiesa, fino a poco oltre il ponte sull'Enna. Qui, dall'aprile 2008, appaltati dalla Provincia a un'impresa vicentina, sono stati effettuati lavori per l'allargamento e la messa in sicurezza della strada. Lavori ormai conclusi, visto che dovrebbe mancare solo il collaudo. Si è provveduto ad allargare la carreggiata e alla posa di reti metalliche paramassi sui pendii rocciosi soprastanti la strada. Ma a lavori ormai ultimati ecco la protesta dei canoisti brembani per quanto trovato nelle gole del torrente che scorre circa 7-8 metri a valle della strada.

«È uno dei corsi d'acqua più belli della nostra provincia e delle Alpi per il nostro sport – dice Alessandro Gherardi di , istruttore di canoa -. Qui, per l'elevato grado di difficoltà del percorso, vengono ad allenarsi i migliori canoisti italiani e stranieri». «Dopo i lavori sulla strada – continua Gherardi – nell'alveo del torrente abbiamo trovato di tutto: blocchi di cemento, pezzi di asfalto, guardrail, tondini e corde metalliche, spuntoni pericolosissimi per chi scende con le canoe. Abbiamo presentato denuncia scritta ai carabinieri, avvisato il Corpo forestale e, appunto, la Provincia». «I blocchi di cemento e i tondini di ferro possono diventare trappole mortali – continua Gherardi -.

Occorre toglierli il prima possibile: se, per una piccola piena i rifiuti venissero spostati e coperti dall'acqua, diventerebbe poi difficilissimo recuperarli. A quel punto il pericolo per i canoisti sarebbe altissimo: la canoa potrebbe bucarsi ma, soprattutto, un atleta caduto in acqua rischierebbe di restare infilzato o incastrato. Se quei pezzi dovessero rimanere nel corso d'acqua, noi, di certo, non potremmo più utilizzare un campo di allenamento favoloso. Ma ci sarebbero canoisti che, senza sapere del pericolo, potrebbero avventurarsi nella discesa, con tutte le possibili conseguenze. Occorre, quindi, togliere il materiale il prima possibile».

Dalla Provincia confermano, comunque, che il cantiere non è stato ancora chiuso: mancano collaudo e, a questo punto, ancora un intervento di pulizia. «Una prima rimozione del materiale – spiega in una breve nota scritta il dirigente Stilliti – è stata effettuata a mano dall'impresa il 19 agosto e i lavori non sono ancora ultimati.

Occorre precisare che, vista la tipologia dei lavori e le caratteristiche dei luoghi, il materiale è caduto accidentalmente e non vi è stato gettato intenzionalmente». La stessa impresa vicentina a cui sono stati appaltati i lavori spiega il motivo per cui in alveo sono finiti materiali così pericolosi: «Purtroppo durante i lavori non ci è stata concessa la possibilità di chiudere totalmente la strada – spiega un funzionario dell'impresa -, quindi abbiamo dovuto utilizzare scavatori di piccole dimensioni per poter lasciar passare le auto. Abbiamo scavato per circa 600 metri sul ciglio della strada e parte di materiale è scivolato accidentalmente nel torrente. Dopo la segnalazione fatta ai carabinieri dai canoisti abbiamo provveduto a una prima pulizia e ora l'alveo si presenta pulito. Completeremo l'intervento di pulizia, comunque, probabilmente già settimana prossima, togliendo gli ultimi blocchi di cemento rimasti».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo