Uno strumento importante che consente ai lavoratori di restare in azienda prolungando il periodo degli ammortizzatori sociali, in attesa della fatidica ripresa in grado di ridare ossigeno alle imprese. Viene considerata così la Cassa integrazione in deroga, che viene utilizzata non solo (per la gran parte) dalle piccole aziende artigiane che non possono accedere alla Cassa integrazione ordinaria ma anche da alcune aziende industriali, in particolare del settore tessile. In Cassa sono attualmente circa 550 lavoratori (408 alla Mvb di e 144 alla Mib di Pontirolo).

«La Cassa in deroga va sostenuta e mantenuta – dice Francesco Corna, segretario provinciale Femca-Cisl (tessili-chimici) – perché ci ha consentito di garantire gli ammortizzatori sociali a chi non ne aveva e di tenere “legati” i lavoratori al loro posto di lavoro, mitigando alcune situazioni di crisi. Si è cioè potuto intervenire riducendo ai lavoratori delle aziende in difficoltà l'orario di lavoro, e ricollocandone e prepensionandone una parte. Si tratta di uno strumento flessibile, molto utile per questo periodo di grave crisi. È possibile che, oltre a quelle in cui è vigente, la Cassa in deroga possa essere applicata nei prossimi mesi ad altre aziende. Noi puntiamo soprattutto su Cassa in deroga e contratti di solidarietà».

«Nel 95 per cento dei casi – aggiunge Mirco Rota, segretario provinciale Fiom-Cgil (metalmeccanici) – la Cassa in deroga viene utilizzata dalle piccole imprese artigiane che non possono accedere agli ammortizzatori sociali ordinari. Nella media e grande industria meccanica per ora vi è un uso ancora contenuto, mentre è soprattutto in corso un passaggio dalla Cassa ordinaria a quella straordinaria. Sono quasi totalmente le aziende artigiane a beneficiare della Cassa in deroga, tra l'altro, senza dare alcun contributo, a differenza delle aziende industriali (e dei lavoratori) che invece contribuiscono economicamente agli ammortizzatori sociali. D'accordo, c'è la crisi, siamo in emergenza, ma forse in futuro l'erogazione della Cassa in deroga alle aziende artigiane dovrà essere sottoposta ad alcune verifiche e regole: oggi è completamente fuori controllo e lontana dalle prerogative sindacali».

«In questo periodo nelle aziende industriali metalmeccaniche della provincia – aggiunge Ferdinando Uliano, segretario provinciale Fim-Cisl (metalmeccanici) – puntiamo soprattutto ad un utilizzo prima della Cassa ordinaria e successivamente di quella straordinaria. In alcune aziende si sta proprio passando dall'una all'altra, se non vi sono opposizioni (come nel caso della System Plast). Dunque possiamo ancora utilizzare la Cig straordinaria. È ovvio però che, esaurita anche la Cassa straordinaria, gli strumenti a disposizione restano in primis i contratti di solidarietà e in subordine la Cassa in deroga. Per ora, nel settore meccanico, nelle medie e grandi aziende, la Donora di Cortenuova è l'unica che ha fatto ricorso alla Cassa in deroga ma nei prossimi mesi è in scadenza la Cassa straordinaria in alcune aziende come Siac e Promatech e allora, in alternativa ai contratti di solidarietà, per evitare i licenziamenti potrebbero essere impiegati proprio gli strumenti in deroga».

L'Eco di

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