grand-hotel1San Pellegrino Terme – Mancano i soldi per continuare nel recupero. Il Grand Hotel di San Pellegrino, chiuso da oltre 30 anni e oggi di proprietà di una società al 95% del Comune e al 5% della Provincia, a questo punto, tornerà in vendita. Entro febbraio dovrebbe essere pubblicato l'avviso o il bando per la manifestazione di interesse (il Comune intende ricavarci circa 5 milioni di euro). Catene alberghiere o grandi gruppi industriali i possibili acquirenti. Il suo recupero rientra nell'operazione di rilancio della cittadina termale avviata nel 2007 da Regione, Provincia, Comune e , ma i costi altissimi finora hanno impedito il rilancio. Con tre milioni di euro sono state ripulite le facciata principale e le due laterali. A questo punto gli enti pubblici, come da accordi – dice il sindaco Vittorio Milesi – avrebbero dovuto trovare gli altri 18 milioni necessari per proseguire nel consolidamento. Soldi che non ci sono. L'ultimo intervento sarebbe stato del Gruppo , con altri 22 milioni. Ma prima toccava a noi. La riapertura della casa da gioco ci potrebbe consentire di trovare i soldi per il recupero. Diversamente conviene venderlo. Le possibilità di riapertura dello storico edificio , quindi, si allontanano.

E il Comune rischia di dover spendere un sacco di soldi per tenerlo nel- la sua proprietà. Per legge, infatti, ha dovuto sciogliere la società partecipata “Grand Hotel” (il 95% è del Comune). Un atto obbligato da un decreto legislativo visto che la società ha chiuso gli ultimi tre bilanci in rosso (da quando le aste d'antiquariato non ci sono piu', la società non ha introiti). Ma la riacquisizione al Comune dell'ex albergo non sarebbe cosi' dolce: avrebbe, infatti, un costo, in tasse, di circa il 10% del valore, intorno ai 400- 500 mila euro. Che sommati ai 400 mila euro che il Comune deve ancora a Provincia e Regione per i lavori di restauro delle facciate, fanno un bel gruzzolo sul gobbone. Che, il Comune, naturalmente, preferirebbe non avere. La vendita, a questo punto, sembra la soluzione unica. L'edificio, quindi, tornerà di proprietà privata dopo oltre dieci anni dall'acquisto della Provincia, con l'allora presidente Valerio Bettoni. Il rischio è di trovarci con un immobile fermo, che non riusciamo a recuperare perchè non ci sono soldi pubblici – dice il sindaco Milesi – e in piu' un sacco di soldi da pagare in tasse per poterlo farlo di nuovo rientrare nel patrimonio del Comune. A questo punto è tentare di cederlo. La formula resta ancora da decidere e di possibili acquirenti, data anche l'enormità dei costi per il suo recupero, pare non ve ne siano. Qualche gruppo straniero o qualche catena alberghiera interessata, comunque c'è, dicono ancora dal Comune. Ovvio che, in caso di bando pubblico, il rischio è che il nuovo proprietario lo lasci ancora fermo per anni, in attesa di riattivarlo in periodi migliori. Bisognerà percio' trovare la soluzione migliore. Ancora piu' lontana, peraltro, la questione della pendance che Comune e Gruppo Percassi ipotizzano di realizzare nel parco del Grand Hotel, proprio per rendere sostenibile da un punto di vista economico la gestione dello stesso albergo (dove si possono realizzare solo un centinaio di camere). La maggior parte degli hotel storici, di fatto, una volta recuperati, si appoggiano a Valore stimato in 5 milioni di euro. Bando forse entro la fine di febbraio.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo

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