Piazza Brembana – La restituzione al territorio dell'indagine realizzata dall'Ersaf per conto della ha composto una fotografia della dove, accanto ai punti di debolezza, alle fatiche della montagna, si svelano punti di forza che possono innescare meccanismi positivi, grandi opportunità che la gente di montagna può afferrare. I tecnici dell'Ersaf hanno presentato ieri a i risultati della seconda sezione di ricerca, incentrata sul marketing e sulla , che va a indagare la struttura sociale, turistica ed economica delle zone ad alto tasso di spopolamento.

I dati rilevati delle tendenze demografiche confermano quello che si vive nei paesi, soprattutto in quelli dell'alta valle: un numero di giovani e di bambini sempre più ridotto e una popolazione che invecchia. Il trend di crescita del numero delle aziende crolla dal 2007 e sul turismo si registrano gli e bassi. L'inserimento della valle fra le aree montane europee oggetto di studio ha permesso di avere a disposizione alcune conclusioni scaturite dal seminario tenutosi recentemente in Norvegia. «Per quanto riguarda il settore del marketing e della promozione del territorio – ha detto Lisa Garbellini dell'Ersaf – è emerso che lo spopolamento può danneggiare l'immagine di una zona, innescando una sorta di circolo vizioso. Si è ragionato sulla necessità di creare un'immagine promozionale attrattiva, ma non fiabesca. La montagna va presentata non solo come grande parco di divertimenti per il turista, ma luogo in cui è possibile vivere e lavorare». Un altro punto importante è quello dell'identità. «È un aspetto su cui lavorare, perché gli abitanti siano orgogliosi della loro terra. Sono gli abitanti i primi ambasciatori della promozione del territorio».

La presentazione dell'indagine ha fatto nascere un confronto tra i presenti nella sala riunioni della Comunità montana. Gino Quarteroni, sindaco di , ha espresso apprezzamento per l'attenzione posta sulla valle. «In una montagna che vive di incertezze – ha detto – abbiamo ora più che mai bisogno di certezze per dare più servizi». Questi ultimi, si è detto, sono le vere carte vincenti. «Le piccole realtà devono essere sostenute – ha aggiunto , assessore al Turismo e vicepresidente della Comunità montana –. Lo spopolamento avviene dove mancano i servizi. Sostenere i servizi sostiene la montagna. Il nostro territorio è un valido esempio di servizi associati ma i nostri bisogni devono essere ascoltati e serve un aiuto concreto».

Le conclusioni hanno evidenziato come l'attenzione della Regione per il territorio brembano possa sfociare in prospettive concrete di sviluppo. «La nostra zona – è stato detto negli interventi – dopo essere stata oggetto di studio, potrebbe diventare soggetto capofila per sperimentazioni o avvio di progetti pilota. Sarebbe una grande opportunità, che può essere supportata anche dalla collaborazione con gruppi scientifici, università e istituti di ricerca».

– L'Eco di Bergamo