Valnegra – Dicono che ad ogni grande uomo ci sia una grande donna, ma in campo amministrativo, a , profonda Val , la nota massima, spesso citata nelle occasioni che contano, sembrerebbe capovolgersi e trasformarsi in «dicono che dietro una Giunta di sole donne ci sia un uomo». La faccenda non è di facile decifrazione anche perché incrocia i «pissi pissi bau bau» di un volantino ovviamente anonimo (nei paesi si usa così), recapitato in questi giorni nelle dei 200 e poco più abitanti, da sedicenti valnegresi «indignados e non», e una delibera della giunta Comunale (la numero 25 del 27 maggio dello scorso anno) con cui il sindaco, Virna Facheris, fresca di elezione e a capo di una lista civica e di una giunta tutta rosa, ha conferito a Mauro Begnis un incarico (con relativo disciplinare) di «collaboratore amministrativo» a titolo gratuito.

Espresso in sei articoli, l'incarico consente al Begnis, ex sindaco del paese e dipendente della , di collaborare con il sindaco negli ambiti più disparati (dall'assetto istituzionale ai boschi, dai rifiuti ai contratti), di assistere il primo cittadino nelle giunte oltre che di autorizzarlo, obbligandolo a contrarre l'obbligo del segreto d'ufficio sugli atti e i documenti esaminati, ad utilizzare la sede comunale anche al di fuori degli orari d'ufficio.

Insomma un incarico fatto e finito per una figura che non ha la specificità di una consulenza professionale e che gli autori del volantinaggio (contro cui il sindaco dichiara di aver sporto querela) hanno già bollato come «tuttofare del Sindaco». Contestando così a Facheris un'autonomia che è «già venuta meno con la nomina del «Tutore», il quale è il consorte di una delle tre assessore, Lucia Reguzzi, insegnante(le altre due sono Elena e Barbara Giupponi).

Tutore? Sindaco ombra? Dal municipio, dove i grattacapi non mancano a partire dal tetto che andrebbe rifatto e dal gigantesco Palazzetto dello Sport che andrebbe restaurato, la sindachessa tuona: «La nomina di Begnis è una mia scelta personale, di cui vado orgogliosa. Avevo già preannunciato, in campagna elettorale, che Begnis, in caso di elezione, mi avrebbe dato una mano. È una persona capace, dalla quale stiamo imparando molto, da come muoverci nei vari ambiti istituzionali a come stendere una delibera». Del resto, ammette, «nessuno nasce imparato», ma facendo e aiutandosi a fare si può imparare. «Non mi sento affatto sminuita da questa nomina – rincara – anzi, credo che la vera parità tra uomo e donna sia proprio questa. Non vedo perché una persona capace e di esperienza, come Begnis, non possa darci una mano. Averlo al mio fianco, in alcune questioni delicate, mi ha sollevato l'animo».

La «vexata quaestio» è stagionata di qualche mese così come la destinazione d'uso del «Bar Ceco», che sta infiammando gli animi del paese e che sarà oggetto di un'assemblea pubblica indetta per domani. Un incontro che contribuirà a rendere vivace la serata di un paese tranquillo nei fatti e nelle piazze (una di queste titolate appunto a Tranquillo ). Dove per bere un caffè (buonissimo) occorre aspettare quasi due ore e raccogliere le comprensibili lamentele 'anziana barista: «Con quello che incasso non pago neanche le bollette della corrente».

«I veri problemi sono ben altri – chiude la sindachessa – il piatto piange, i finanziamenti a fondo perduto di cui avremmo bisogno come il pane per arrabattare qualche opera, come il campetto di calcio che dovrò chiudere presto o l'ammodernamento dei serramenti delle scuole medie, non ci sono». Più che «cerchez l'homme», l'imperativo sembra essere, più pragmaticamente, «cerchez i solcc».

Donatella Tiraboschi – Il Corriere della Sera, e Provincia