lavoro-sindacatiCgil, Cisl e Uil rilanciano l'allarme per la tenuta occupazionale nel territorio. Ieri l'accordo sulla Cigs alla Valbrem: 162 tra Lenna e Presezzo.

Sono quasi un migliaio i posti di lavoro oggi a rischio in Valle , in particolare nel tessile, nel legno, nella metalmeccanica ed edilizia. L'allarme è stato lanciato ieri dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, proprio nel giorno in cui al conto della crisi si è aggiunto l'accordo per la Cassa integrazione straordinaria per la Valbrem, 162 lavoratori tra e Presezzo.

Sono cifre che evidenziano una situazione preoccupante per un territorio già fortemente provato sul fronte occupazionale. A causa delle numerose chiusure, delocalizzazioni e riduzioni di personale registrati negli ultimi cinque anni, i posti di lavoro complessivamente già persi ammonterebbero a 1.200 unità. «Nel 2004 – dicono i sindacati – lanciammo l'allarme sullo stato di crisi e l'ultima manifestazione per sensibilizzare su questo problema risale al dicembre scorso. A distanza di cinque anni la situazione è ulteriormente peggiorata a causa della congiuntura economica negativa. Il rischio oggi è di perdere ulteriori mille posti di lavoro». Secondo il censimento del 2001, la popolazione attiva della Valle Brembana ammonta a 18.464 persone, di cui 17.725 occupate. L'industria conta 9.564 lavoratori, 1.810 il commercio, 966 il turismo, 945 i servizi alle imprese e 457 l'agricoltura. Ma la situazione è in continuo deterioramento.

Tra i casi aziendali più rilevanti ricordati ieri dai sindacati ci sono la Meccanica Brembana di San Giovanni Bianco (78 dipendenti in Cassa integrazione straordinaria per cessata attività); la Spa di Brembilla (azienda del legno con 60 dipendenti in Cigs per un anno); la Smi Wrap, ex , di San Giovanni Bianco (in mobilità i 65 dipendenti).

Casi che insieme ad altri del settore tessile rappresentano solo la punta dell'iceberg di una crisi che ha investito un'infinità di aziende della Valle Brembana. Un declino di una tale portata che rischia addirittura di far scomparire uno dei settori storici tradizionali del territorio come quello del legno. Attualmente – secondo i dati presentati ieri dai sindacati – nel comprensorio di , su 70 aziende che attualmente stanno utilizzando la Cig in deroga (sono in tutto 762 in Bergamasca), ben 19 appartengono a questo settore, per un totale di 77 addetti coinvolti su complessivi 85 lavoratori. Come la Scaglia Spa, appartiene a questo settore anche la M.L.B. di Busi G. & C. di Sedrina, azienda che, a causa della cessata attività, ha aperto la procedura di mobilità per i 35 dipendenti. «I licenziamenti dell'8 giugno scorso sono stati ritirati per consentire ai lavoratori di avere diritto all'indennità di mobilità» – fa sapere la Cisl di . Delle 70 aziende che hanno fatto ricorso all'ammortizzatore sociale in deroga, accanto alle 19 aziende attive nel settore del legno, ci sono 40 imprese metalmeccaniche (con 245 addetti coinvolti), 6 del tessile-abbigliamento (29), 2 autotrasporto (5). Non mancano poi casi nella chimica-gomma-plastica e vetro (2), commercio e terziario (4), manufatti per l'edilizia (10).

Della crisi che ha investito il settore tessile, i sindacati ieri hanno ricordato tre casi in particolare. Il Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d'Almè: 200 dipendenti, 112 in Cigs in deroga sino al 30 giugno («Siamo in attesa della risposta della Regione per altri due mesi di cassa» dicono i sindacati) e per i quali, se non si troveranno ammortizzatori alternativi, si apre la strada di un probabile licenziamento dal primo settembre. La Manifattura Valle Brembana di Zogno: 416 addetti, dichiarati 241 esuberi, in contratto di solidarietà fino al 9 gennaio. La M.I.T.I. di Zogno: azienda, con una forza lavoro di 78 persone, che ha scelto la strada della delocalizzazione e dal 18 maggio ha avviato un anno di Cig straordinaria per cessazione di attività. Risale invece allo scorso giugno l'accordo per mobilità volontaria e contratti di solidarietà per una quarantina di dipendenti della San Pellegrino.

Infine ieri è arrivato l'accordo, in sede di Agenzia Regionale, sulla cassa integrazione straordinaria per i lavoratori della Valbrem. «Abbiamo concluso l'esame congiunto in sede milanese per la cassa speciale – spiegano Gianfranco Maifredi della Fim Cisl e Roberto Pirotta della Fiom Cgil -: prenderà avvio dal 27 luglio, durerà per un anno e sarà a rotazione per i 162 dipendenti». Che intanto sono rientrati nelle due sedi di Lenna e Presezzo e lavoreranno fino al giorno dell'inizio della cassa speciale. «Purtroppo – hanno spiegato i sindacati – non c'era alternativa a questo ammortizzatore che almeno tiene legati i lavoratori all'azienda, in attesa che l'automotive possa rimettersi in moto. Esiste anche l'accordo per una mobilità volontaria, per chi fosse interessato, unita a un incentivo». Oggi a Lenna assemblea per spiegare ai lavoratori i termini dell'accordo.

Vanessa Bonacina – L'Eco di Bergamo