Vertice su JJ5 ieri nella sede del Parco delle Orobie. Seduti intorno a un tavolo – per prepararsi a gestire il risveglio 'orso dal letargo – i consiglieri e il presidente del Parco, Franco Grassi, rappresentanti della , dell'Associazione allevatori e dell'Associazione pastori transumanti lombardi, e il sindaco di Ardesio, Antonio Delbono. Una riunione informale voluta da Grassi per cercare di mettere a punto un pacchetto di proposte da presentare alla Regione.

Premesso che è impossibile sapere cosa farà l'orso una volta tornato in circolazione – potrebbe tornarsene in Trentino, da dove è arrivato la scorsa estate, oppure restare sulle e ricominciare a cacciare negli o ancora mettersi buono senza più far danni ad allevatori e agricoltori – in attesa degli eventi, c'è chi propone di monitorarlo cautelandosi (e sono i più), e chi invece chiede l'allontanamento del giovane plantigrado. Ieri Grassi ha suggerito di istituire una fase di sperimentazione di qui al prossimo novembre (quando l'orso tornerà in letargo) durante la quale l'animale sia tenuto sotto stretta osservazione. «Chiediamo alla Regione incentivi agli agricoltori per rendere meno dolorosa la presenza di JJ5 (reti elettrificate, cani addestrati a tener lontano il plantigrado, opere di difesa per stalle e baite) e nel contempo promuoviamo incontri per informare e tranquillizzare la popolazione – spiega il presidente del Grassi -. L'orso va monitorato e se si comporterà bene potrà restare; d'altronde sino a quando non sarà considerato pericoloso, non potrà essere allontanato». Intanto la Regione ha annunciato l'intenzione di lavorare alla formazione di squadre di dissuasori per tenere JJ5 lontano dagli allevamenti e di operatori specializzati che, in caso di riconosciuta pericolosità dell'animale, lo prelevino e lo spostino in un'altra zona.

Le richieste messe ieri sul tappeto saranno presto inoltrate al Pirellone dal presidente del Parco delle Orobie. «Quel che mi preme – dice Grassi – è limitare i disagi per gli agricoltori, gli ultimi rimasti a presidiare il Parco; ma resto convinto che vada messa a punto una strategia per convivere con l'orso. Anche se JJ5 venisse allontanato, ci sono buone probabilità che, una volta segnata la , dal Trentino, dove gli orsi sono stati reintrodotti da anni, arrivino altri esemplari». Ma agricoltori e allevatori non vogliono sentir parlare di convivenza. «Non ne facciamo una questione di fondi né di risarcimenti – dichiara la vicepresidente provinciale di Coldiretti e dell'Associazione allevatori, Lucia Morali – e siamo scettici sulla proposta di sperimentazione. JJ5 è un problema, oltre ad aver predato i nostri animali, si è avvicinato alle stalle e ha fatto danni. La convivenza non è possibile, gli allevatori hanno paura. L'orso deve essere portato via dalle Orobie», taglia corto la presidentessa.

Più possibilista il sindaco di Ardesio, sul cui territorio JJ5 si è trovato tanto bene da decidere di andarci in letargo, se – come pare probabile – sono sue le tracce rinvenute nei pressi del lago del Branchino. Delbono teme che «qualche testa calda» decida di risolvere il problema da sé e avverte: «Ci sono istituzioni preposte a salvaguardare sia l'orso che gli allevatori ed è un bene che ci si muova tutti insieme per trovare una soluzione».

Camilla Bianchi – L'Eco di