Parola d'ordine: fare e superare i campanilismi. Se sulle orobiche il turismo appare un po' in affanno (-11% di presenze rispetto a dieci anni fa, dice l'ultimo rapporto della Provincia) e gli stranieri scarseggiano, per gli addetti ai lavori la soluzione passa prima di tutto attraverso un miglior coordinamento di progetti, iniziative e campagne promozionali. Gli assessori al Turismo delle Comunità montane ne hanno parlato ieri mattina con il nuovo Consiglio di amministrazione 'agenzia provinciale Turismo Bergamo. «Scopo dell'incontro era una prima ricognizione, con il nuovo Cda, della situazione del turismo in – spiega l'assessore provinciale Giorgio Bonassoli, che è anche consigliere di Turismo Bergamo –. Ora daremo vita a dei gruppi di lavoro che si incontrino con cadenza mensile per affrontare le varie problematiche».

Che in montagna non mancano: «Il nostro sistema turistico montano ha saputo rinnovarsi meno che altrove, soprattutto dal punto di vista della ricettività alberghiera e delle proposte invernali – riflette dalla Seriana l'assessore Guido Fratta –. Da noi si arriva per sciare o per la villeggiatura delle seconde . Vanno sviluppati gli altri fronti: il turismo culturale, quello sportivo, quello verde che va in cerca di parchi e aree protette. Con l'obiettivo di superare la stagionalità degli arrivi e diventare attrattivi per tutto l'anno». «Finora le valli hanno puntato più sul manifatturiero che sul turismo – aggiunge Mariateresa Sibella, Valle Imagna –. La presenza dell'aeroporto va sfruttata meglio, mettendo a disposizione di chi arriva maggiori informazioni sulle possibilità di visita».

Per Franco Belingheri (Valle di Scalve) «il turismo in è stato sempre considerato un optional, ora è il momento di fare qualcosa di più. La fase di difficoltà è certamente legata anche alla crisi economica. Sulle nostre montagne però va tenuto presente anche il tema dell'accessibilità: in Valle di Scalve le strade risalgono all'età napoleonica, e su alcune curve i pullman devono fare tre manovre. Queste cose contano». Un punto su cui concorda Simone Scaburri, presidente della Comunità dei Laghi (zona che comunque nel 2009 ha registrato un aumento di presenze): «Bisogna ragionare sui trasporti da e per Orio: gli hotel della nostra zona sono ridotti ad andare a prendere i turisti in auto allo scalo – dice –. Siamo comunque moderatamente soddisfatti per l'incremento registrato nel Sebino e in Valle Cavallina. Gli operatori turistici hanno fatto uno sforzo notevole, ma sono pochi».

Tutti d'accordo sulla necessità di pubblicizzare il «sistema Orobie» nel suo complesso. «Quello che serve ora – rileva Silvano Ravasio, presidente di Turismo Bergamo – è una univoca di tutto il territorio, che comprenda anche l'offerta di pacchetti turistici tematici e approfonditi e la visibilità delle ampie proposte che il nostro territorio offre. Per esempio, chi arriva all'aeroporto di Orio deve sapere che nel raggio di pochi chilometri può vistare la montagna, il lago, la pianura o Bergamo Alta».

«È positiva l'unità di intenti che è emersa dall'incontro – aggiunge dalla Comunità Valle Brembana l'assessore al Turismo Giovanni Fattori –. Bisogna crescere nella promozione comune, lavorando in modo non localistico ma settoriale. Più che per singoli paesi, la comunicazione va fatta sull'offerta complessiva in un determinato ambito, come lo o la cultura».

Un coordinamento sulla promozione, dunque, è il primo passo. «Accanto a questo, la Provincia è già al lavoro sulle opere che possano garantire una migliore accessibilità, come la variante di Zogno – aggiunge Bonassoli –. Siamo poi al fianco degli imprenditori che si impegnano nell'innovazione delle strutture ricettive, un altro tema su cui occorre lavorare».

Fausta Morandi – L'Eco di Bergamo

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