Se in Regione si mette la testa sul coordinamento, per cercare di salvare il salvabile in , anche dalla Provincia l'appello ai Comuni arriva forte e chiaro. A lanciarlo Giorgio Bonassoli, assessore al Turismo. Il suo comparto è quello che, insieme all', ha mappato la situazione delle seconde case arrivando all'amara constatazione: siamo a livelli record. L'assessore punta su due elementi: pianificazione urbanistica e incentivi alle nuove attività. «Devono essere valorizzate le funzioni ricettive, che fanno girare l'economia sul territorio, piuttosto che quelle residenziali.

Il momento della stesura dei Piani di governo del territorio è un'occasione fondamentale – afferma l'assessore, in quota Lega –. Poi gli incentivi: le amministrazioni possono lavorare favorendo nei modi più diversi le attività alberghiere, chi converte spazi in disuso in strutture capaci di richiamare turisti».

Il fiorire di seconde case è «frutto di una politica urbanistica sbagliata, generata da tendenze degli anni passati che puntavano sul ritorno economico immediato. Ora attenzione ai laghi: i sindaci si adoperino per evitare che si ripeta il fenomeno». Le seconde case possono diventare albergo diffuso? «Per ora l'unico esempio di albergo diffuso (camere nelle case sfitte del paese, ndr) nella è a . Purtroppo la normativa dà paletti rigidi, per esempio vuole la reception al massimo a 200 metri dalle camere. Vorremmo maggiore flessibilità, perciò stiamo lavorando con l'Unione delle Province lombarde». Dal punto di vista strettamente urbanistico via Tasso può fare qualcosa, ma non tantissimo: «Il nostro compito è di controllo – chiosa l'assessore titolare Enrico Piccinelli (Pdl) –, valutiamo la conformità di ogni Pgt con il Piano territoriale di coordinamento provinciale. Un passaggio, questo, che permette di verificare che non ci sia nelle nuove concentrazione di residenziale eccessiva per il territorio comunale.

Una valutazione che però non entra nel merito di prime o seconde case». Lo sfoltimento di cubature c'è? «Con i sindaci ho fatto ragionamenti di volta in volta approfonditi. C'è chi accetta e chi meno. Ma non facciamo di tutta l'erba un fascio: ci sono anche Comuni virtuosi». Anche il settore Politiche montane segue da vicino la vicenda. inquadrandola in un contesto più ampio. «Le seconde case restano spesso vuote – dice l'assessore Fausto (Lega) –, e dall'altra parte si vede che fra i residenti la tendenza è sempre più quella di lasciare questi centri montani, e per montagna intendo da San o da Ponte Nossa in su. Per queste zone bisognerebbe fare di più, anche dal punto di vista dei fondi. Si lavora spesso sulle emergenze, ma non basta.

La Provincia ha istituito questo assessorato perché riconosce la necessità di attenzione. Un assessorato che fino al 2009 non esisteva: ha un budget complessivo, insieme alle politiche giovanili, di circa 600 mila euro. Non è tanto, ma parliamo del primo anno e facciamo quello che possiamo, con i problemi di bilancio degli enti locali».

L'Eco di Bergamo