baita-cancervoSan Giovanni Bianco: rinnovata e gestita per 18 anni. Un socio: «Non abbiamo fondi». Costerà 30 mila euro. Dal 31 marzo il Gruppo volontari del soccorso di San Giovanni Bianco dovrà lasciare la del monte Cancervo (a metri 1.600) gestita da 18 anni. L'edificio, di proprietà comunale, fa parte, infatti, dei beni che l'Amministrazione ha deciso di mettere in vendita per ripianare il buco di bilancio. La base d'asta sarà di 30 mila euro. La decisione ha sollevato l'amarezza dei volontari, espressa con una lettera inviata da un socio al nostro giornale. «I volontari – scrive Giovanni Morali nella lettera, condivisa, dicono gli altri soci, da quasi tutto il gruppo composto da una cinquantina di persone – hanno provveduto a proprie spese alla ristrutturazione della baita e alla costruzione di un bivacco nel quale è installata la colonnina di chiamata del soccorso alpino.

Credo che la convenzione col Comune abbia dato vantaggi reciproci: da una parte la conservazione di un bene destinato a diventare un rudere, dall'altra la possibilità per gli escursionisti di usufruire di un punto di appoggio». «Le nostre casse sono vuote e non possono permettersi un simile esborso anche perché il programma – continua Morali – prevede innanzitutto l'eventuale acquisto di un veicolo di protezione civile. Quindi lo sfratto è inevitabile: entro il 31 marzo 2010 dovremo lasciare la baita e con lei un pezzo della nostra storia e il simbolo della nostra attività. Non abbiamo mai chiesto e rimborsi, ci siamo sempre autofinanziati con iniziative o mettendo mano direttamente al nostro portafoglio, e abbiamo prestato la nostra opera in ogni circostanza, senza mai chiedere
come e perché».

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«Non mi sono mai aspettato né ringraziamenti né elogi ma sinceramente pensavo che un minimo di riconoscenza ce la fossimo guadagnata – prosegue il volontario –. Comunque noi continueremo, nonostante l'amarezza, a prestare
la nostra opera: presidiando le frane, i ponti, i punti sensibili, aiutando i disabili, pulendo gli argini del fiume, e in quelle lunghe ore di servizio e di solitudine penseremo alle belle giornate trascorse nel silenzio della ». «In cambio dell'utilizzo esclusivo della baita e di un affitto simbolico – risponde il vicesindaco Oscar Mostachetti – i volontari hanno fatto manutenzione dell'edificio e di alcuni sentieri. Non è vero che non c'è considerazione per questo gruppo. Il Comune ha messo a disposizione a due gruppi di volontariato (Volontari del soccorso alpino e Antincendio boschivo) i locali ai giardini pubblici per le rispettive sedi, ristrutturate recentemente e date in comodato d'uso praticamente gratuito.

Secondo le direttive del ministero dell'Economia gli enti locali devono alienare o valorizzare le proprietà non direttamente necessarie ai Comuni. Quindi non c'entra nemmeno la situazione di disavanzo dell'Amministrazione. Avremmo potuto mettere in vendita anche le due sedi ma non lo facciamo proprio perché crediamo nell'attività del volontariato. Sono dispiaciuto per l'amarezza di queste persone ma purtroppo dobbiamo vendere la baita. Siamo comunque disponibili ad altre soluzioni».

L'Eco di Bergamo

FESTA DEL MONTE CANCERVO 2009