Era evidente, la soddisfazione dei sindaci brembani presenti alla consegna dei lavori per la variante di . Su tutti il presidente della Comunità montana , sindaco di : «Nel finanziare quest'opera si è guardato alla qualità e alle positive conseguenze sullo sviluppo della , non solo ai numeri della popolazione. E ora bisognerà pensare a riqualificare la Villa d'Almè-Dalmine e a una variante per San Giovanni Bianco». «Oggi è una giornata storica per la valle e per San Pellegrino – ha affermato il sindaco della cittadina termale Vittorio Milesi –. Dobbiamo puntare sempre più su un turismo di alta qualità, progetto che si sta concretizzando a San Pellegrino e nelle stazioni invernali. E la variante di Zogno sarà un supporto determinante proprio per il turismo».

Marco Giovanni Muttoni, sindaco di Bracca. «È ben nota la valenza del turismo per la Valle Serina – ha detto – per cui c'è bisogno di collegamenti veloci. E la variante li velocizzerà giovando contestualmente alla valle e al paese di Zogno. E il nascente ski-dome ( al coperto) di Selvino non potrà che trarre giovamento anche da un collegamento veloce dal versante brembano».

Piena soddisfazione anche dal sindaco di Gianni Salvi, assessore in Comunità montana. «All'indomani 'alluvione del 1987 la Comunità montana, e in prima persona il presidente , cominciò a interessarsi dell'ammodernamento della strada di fondovalle. Si sentiva il problema, se ne promossero e finanziarono le progettazioni, si seguì la realizzazione delle gallerie. Ora si passa alla miglioria ed ecco Zogno cui dovrebbe seguire la variante di San Giovanni Bianco». «Non posso che esprimere profonda soddisfazione – dice proprio Piero Busi, per 25 anni presidente della Comunità montana Valle , ieri grande assente –. Nell'avvio dei lavori vedo la conclusione del progetto di ammodernamento della viabilità iniziato dopo l'alluvione del 1987. Allora si pensò subito all'ammodernamento della strada del fondovalle, prima a monte di Zogno. E non vi fu nessuna forzatura di luoghi come si è detto più volte nel passato».

Sergio Tiraboschi – L'Eco di