Valle Serina – Cinquantacinque dipendenti tra e Rosolo di Serina, un fatturato in aumento anche quest'anno, 20 mila serramenti realizzati nei primi 11mesi del 2013, un'automazione di altissimo livello e sei camion che ogni giorno vanno e vengono dall'azienda. Questa è la Serbaplast, società leader nei serramenti in pvc, guidata dal 1984 dal suo fondatore Ubaldo Balzi. Avrebbe potuto abbandonare il suo paese, invece era attaccato alla terra d'origine e qui ha costruito l'azienda, prima 4.000 metri quadrati a Oltre il Colle e sei anni fa altri 6.000 a Rosolo di Serina, poco a monte proprio della frana che da lunedì sera – e probabilmente fino alla primavera – dividerà in due la . Con grossi disagi per i pendolari e per le aziende. Soprattutto la sua.

«La frana è solo l'ultimo colpo a una strada che purtroppo è inadeguata – dice Balzi –. È ancora quella realizzata nel Dopoguerra con almeno quattro punti troppo stretti, dove, contemporaneamente, due mezzi non transitano. Io, 30 anni fa, ho creduto in questa valle, nella montagna. Da montanaro ho voluto rimanere qua e qui ho investito milioni di euro. Ma purtroppo, soprattutto in queste ore, l'amarezza è tanta». «Ci sono autisti che spesso si rifiutano di salire da noi proprio per la difficoltà della strada – continua –. Nel giorno della frana un camionista tedesco è rimasto fermo per ore. Non voleva percorrere la via alternativa ». Per raggiungere l'azienda di Rosolo ma anche di Oltre il Colle i sei camion che ogni giorno arrivano alla Serbaplast dovranno passare per , e Serina.

«Allunghiamo il percorso di una decina di chilometri – continua il titolare – e naturalmente aumenteranno i costi». Già queste prime ore del dopo frana danno l'idea dei disagi a cui l'azienda dovrà andare incontro anche nei prossimi mesi. I camion – molti arrivano dall'estero – vengono accompagnati dagli stessi titolari lungo le strade della valle, passando persino nel centro di Serina. «Noi abbiamo investito e continuiamo a investire – conclude amareggiato Balzi – ma non vorrei che a lungo andare mi facessero pentire di questa scelta. L'auspicio è che si prenda anche l'occasione di questa chiusura per sistemare al la strada». Nel frattempo ieri sono iniziati i lavori di disgaggio sulla parete rocciosa, con l'ausilio di alcuni rocciatori. La Regione ha stanziato 75 mila euro per le prime opere, in particolare per la messa in dell'alveo del torrente.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo