Averara – Da venerdì pomeriggio una frana isola le frazioni Valmoresca di , abitata stabilmente da quattro persone, e Caprile Basso di , con due residenti. Alcuni metri cubi di roccia si sono staccati dal versante a monte ostruendo la comunale che dal capoluogo Averara porta alle due frazioni, distanti circa tre chilometri e mezzo. Strada, larga in quel punto non più di quattro metri, che rappresenta l'unica via di accesso transitabile.

Liberata metà carreggiata
Circa metà carreggiata è stata liberata dai sassi ma il pericolo di ulteriori crolli ha consigliato al sindaco Angelo Cassi di ordinare il divieto assoluto di transito. «Un primo smottamento – spiega il primo cittadino di Averara – c'era già stato giovedì. Venerdì, poi, è scesa la frana più grossa che ha occupato la strada. Si è provveduto quantomeno a liberare una parte ma la preoccupazione principale è che possa cadere altro materiale».

Salendo da Averara verso Valmoresca, la frana è caduta poco prima della Madonnina, a circa due chilometri e mezzo dalle frazioni alte (Valmoresca e Caprile Basso). «Si tratta di una parete rocciosa alta circa quattro metri – continua il sindaco – nella quale è stata ricavata la strada. La roccia è molto friabile. Nei giorni scorsi è sceso materiale per un fronte di circa 15 metri».

A rischio 70 metri di parete
«Ma sulla parete, per circa 70 metri di lunghezza, ci sono altre fessure pericolose e quindi roccia friabile che potrebbe staccarsi – prosegue Cassi –. Subito dopo ci sono una curva e un canalino a valle. Passare potrebbe essere molto pericoloso: i residenti conoscono la zona mentre mi preoccupano i proprietari delle seconde , a Valmoresca ce ne sono una trentina. che non si avventurino, soprattutto di notte». Immediato il sopralluogo dei tecnici della Sede territoriale di della Regione Lombardia (ex Genio civile) che ha stanziato per la messa in 25 mila euro. «Già domani (oggi per chi legge, ndr) – conclude il sindaco – inizieremo i lavori di bonifica. In cinque o sei giorni speriamo di concludere l'intervento e riaprire la strada».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo

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