Pegherolo dal CavallinoLa spedizione alla conquista della vetta del Monte Pegherolo è composta da me e da gogis, la giornata è senza sole ma per ora non minaccia pioggia, già da lontano l'ardita vetta del Pegherolo domina sulla vallata.

Partiamo da , ignoriamo (ahimé!) che si può salire in macchina fino al Rifugio Camoscio e quindi parcheggiamo all'altezza del Residence per poi risalire la pista Arale fino alla stazione di arrivo della seggiovia (in alternativa avremmo appunto potuto parcheggiare al Rifugio Camoscio schivando mezz'ora di cammino).

Il nostro obiettivo è raggiungere l'intaglio che separa il Monte Cavallo dalla cresta che, passando dal Pizzo Cavallino, ci porterà sotto il Pegherolo;ci sono due alternative: o si va verso il Passo San Simone e poi si taglia a mezza costa sotto i roccioni del Cavallo oppure si “scala” la pista dello skilift Camoscio per poi risalire il prato soprastante. Scegliamo quest'ultima strada che è più diretta ma anche più faticosa, in mezzo al prato un gruppo di pecore ci accoglie festoso e vorrebbe quasi seguirci lungo il tormentato ghiaione terminale, però poi rinuncia e ci guarda perplesso.

tratto di cresta prima dell'intaglio del Cavallino

Raggiungiamo faticosamente l'intaglio, dove ci accoglie una piccola madonnina con tanto di amorevole dedica: “ti vogliamo bene, proteggici“. Sosta obbligata per rifocillarci prima dei tre chilometri di creste che dovremo affrontare, incontriamo un escursionista diretto al Cavallo salito da e un arzillo signore che ci precede a grandi passi seguendo il nostro stesso itinerario, mentre in lontananza un camoscio non sembra curarsi di così tanti umani.

La Piodessa

Il panorama è stupendo, il è segnato da bolli rossi, la cresta per ora è area ma erbosa finché ci si presenta davanti all'improvviso un salto roccioso poco invitante anche se una catena ci aiuta nella discesa. A proposito delle catene visto la cattiva roccia dove sono poste è sempre testarne la sicurezza prima di fidarsi…

la crestina del Passo della Piodessa

Si è sempre sul filo del rasoio ma con la dovuta concrentrazione e senza vertigini si cammina abbastanza bene, superiamo un paio di saliscendi e risaliamo un'erta cresta rocciosa ma accessibile fino a che non siamo in vetta al Pizzo Cavallino (2284 metri). Il Pegherolo è sempre lì ma appare ancora distante, dalla si scende su una breve e ripida costa che ad una spaccatura con orrida vista sui burroni sottostanti, sembra impossibile passare ma dando fiducia alla traccia con attenzione si scende ad un aereo passaggio sul nulla dopodiché si risale una paretina aiutati da una catena. Dopo la brusca interruzione la cresta riprende abbastanza tranquilla ma mai pianeggiante, si supera un'altura ed ora il Pegherolo è proprio di fronte a noi, anche se il percorso per raggiungerlo riserva ancora sorprese: si deve infatti perdere molta quota fino ad una selletta calcarea che dalla cima della nostra altura ci sembra quasi insuperabile.

tratto esposto prima del torrione finale

E' il Passo della Piodessa e quando siamo ormai prossimi al passaggio ci accorgiamo che l'unico motivo per cui è chiamato “passo” è perché risulta il punto di massima depressione tra il Pegherolo e il Cavallino. Infatti è difficilmente accessibile, sono circa cinquanta metri di roccia pura quasi lunare senza alcuna vegetazione, la piodessa è una formazione calcarea bellissima e ardita che in qualche modo dobbiamo aggirare aiutandoci con alcuni “scalini” scavati nel calcare e oltrepassando un punto in cui davvero si è in equilibrio tra i due versanti. Non c'è niente di particolarmente difficile nell'attraversare la Piodessa ma è obbligatorio non cadere…

La parete finale del Pegherolo ci si presenta davanti quasi verticale e non si capisce da dove si passi, ma ormai io e gogis siamo abituati a questa sensazione, è dalla selletta del Cavallo che non ci capacitiamo di come si possa andare avanti ma un passaggio si trova sempre ed è segnalato.

Ci sono tre paretine attrezzate, la catene ci danno sempre una mano ma tra il primo e il secondo tratto è particolarmente delicato un passaggio esposto su terreno sdrucciolevole. Il terzo tratto di arrampiacata invece è un diedro ben attrezzato con catene che sbuca sorprendentemente non in vetta ma sulla crestina finale; senza perdere la concentrazione per via degli orridi strapiombi si arriva sulla spaziosa vetta con grande croce di ferro e libro delle visite.

In vetta incontriamo due alpinisti con corda, moschettoni e chiodi saliti dal versante del Monte Secco di Piazzatorre, è talmente strapiombante che la parete dove si sono arrampicati non si vede ed inoltre lo stesso Monte Secco presenta un'ardita cresta erbosa non proprio raccomandabile.

Il Pegherolo dal Cavallino

Dopo esserci rifocillati e dopo che Gogis convince i due alpinisti a frequentare Valbrembanaweb iniziamo la discesa non prima di aver posto firma sul libro con tanto di frase scherzosa: “siamo tre metri sopra il cielo…sperém de burla mia giò!“.

la croce in vetta al Pegherolo

La discesa non va assolutamente sottovalutata, si deve tornare al Passo della Piodessa con estrema cautela e comunque almeno fino alla madonnina della sella del Cavallo la concentrazione deve essere massima.

Escursione bellissima, divertente e di grande soddisfazione ma va affrontata solo se si è consapevoli dei propri mezzi, è sempre lecito e consigliato tornare indietro se non ce la si sente.

Scheda tecnica salita al Monte Pegherolo da Piazzatorre (escursionisti esperti)
La Valle del Pegherolo: traversata Monte Secco, Pegherolo, Monte Cavallo

IMMAGINI INVERNALI DEL PEGHEROLO: FOTO 1FOTO 2FOTO 3