Albergo-ConcaAlbenSerina – Il condominio risulta al primo posto nella «black list» stilata pochi mesi fa da , degli edifici più pericolosi sul territorio lombardo, con una dimensione di circa 1.500 metri quadrati suddivisi su 5 piani. «Dobbiamo trovare una risposta risolutiva a questo problema – ha affermato , vicesindaco di Serina –, un territorio di pregio naturalistico come quello della Conca 'Alben non può continuare a essere minacciato da una struttura di questa pericolosità». Da anni infatti le due amministrazioni che hanno in comproprietà l'immobile e ne possiedono i primi tre piani (gli altri due sono privati), vogliono mettere in l'area, bonificando la struttura e abbatterla.

Da una recente perizia i fondi necessari per un intervento del genere ammontano a circa 800 mila euro. «Coi bilanci risicati che gli enti locali si ritrovano – prosegue Fattori –, è impensabile che i Comuni si accollino i della bonifica. Il territorio su cui insiste l'edificio è inoltre utilizzato da , mentre nei mesi estivi è un'area di grande attrazione turistica per l'elevata naturalità. L'immobile è stato realizzato negli Anni Settanta e acquistato dai Comuni nel 2000».

Perché fino a oggi non è stata trovata una soluzione? Lo si deve a una lunga serie di lungaggini burocratiche, fra tutte la recente sentenza del tribunale di Bergamo che non ha di fatto risolto il problema. «La struttura è oggetto di rigorosa attenzione da parte di Regione e assessorato all'Ambiente – ha precisato l'assessore Claudia Terzi –. Primo passo ora è risolvere le questioni burocratiche e normative. Solo a quel punto potremo provvedere alla bonifica. L'attenzione dell'amministrazione di Serina verso questa problematica è notevole. La riunione di oggi è frutto della collaborazione fra e Regione». «L'obiettivo e l'impegno è riportare quello spazio all'originale naturalità. Parliamo di una zona di notevole pregio ambientale – ha proseguito Terzi –, con notevole potenzialità escursionistica e naturalistica». L'ecomostro da ieri pare aver imboccato un nuovo percorso: si va quindi verso la bonifica e la demolizione, soldi permettendo.

L'Eco di Bergamo