fienoPer ora sono soprattutto ragazzi, adolescenti e giovanissimi, spinti un po' dai genitori e un po' da una vacanza diversa dal solito, originale e sicuramente naturale. Ma la cooperativa di Ornica «Donne di » e Ferdy Quarteroni, titolare dell'omonima fattoria didattica di , pensano che in futuro, neppure troppo lontano, questo potrebbe essere un'attrattiva turistica anche per giovani, famiglie e adulti. Cosa? Imparare a fare il contadino e, tra le sue attività fondamentali, anche quella della fienagione: taglio dell'erba fino a farlo diventare fieno, foraggio invernale per le mucche. Ci hanno provato con la «settimana verde» le «Donne di montagna», coadiuvate da Ferdy, sopra , in località Foppa, dove un tempo i prati erano molto più vasti di oggi, invasi poco alla volta dal bosco abbandonato.

I provetti contadini arrivano dalla Bassa Bergamasca, da Milano, Como e Ferrara. Sono soprattutto studenti che per alcuni giorni hanno provato come e cosa significa fare il fieno. In città – dice Giacomo Barreca, 18 anni di Milano – di sicuro non c'è la possibilità di provare un'esperienza del genere. Si impara facilmente e può diventare anche un divertimento». «Un po' faticoso lo è – dice, invece, Valentina Spada, 17 anni, studentessa di Milano – ma resta comunque un'attività bella se fatta insieme agli amici».

Naturalmente l'esperienza è limitata a poche ore al giorno, abbinata a un pranzo sul prato o in e a qualche escursione in alpeggio a cavallo. Ma quanti sono, tra i giovani in Bergamasca, che sanno usare la famosa «ranza» (quella che si vede in tante raffigurazioni del diavolo) per lo sfalcio dell'erba? E poi quando bisogna girare l'erba tagliata e rastrellarla, quando è giunto il momento di fare i montoni o portarla nel fienile con la gerla per poi schiacciarla nel fienile? Per una decina di giovanissimi l'esperienza c'è stata e non è certo come andare in discoteca o starsene in spiaggia a prendere il sole. E non è necessario neppure fare troppa fatica.

Resta un modo per vivere un'esperienza sana a contatto con la natura – dicono le “Donne di montagna”, cooperativa che sta cercando di portare sviluppo turistico nel piccolo centro dell'alta Valle – insieme ad altri ragazzi, e per conoscere anche una pratica contadina antichissima». E per contribuire a salvare la montagna. I boschi avanzano e non vengono più tagliati – dice Ferdy Quarteroni – e i prati che si tagliano sono sempre meno. Proporre al turista la fienagione e la vita del contadino rappresenta anche un modo per recuperare un territorio che rischia di essere abbandonato per sempre».

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