Con gli studi del ricercatore in astrofisica Fabrizio Boffelli. Ha seguito le fasi del progetto «Agile». Premiato a Napoli. Piazza Brembana – Lassù nel cielo, oltre le nuvole, nello spazio insondabile a occhio nudo, gira un satellite dal nome scattante, Agile, che nel suo cuore tecnologico un piccolo pezzo di Valle . Fabrizio Boffelli, 33 anni, di , per quel satellite ha lavorato per anni, giorni e notti, e le sue capacità gli hanno regalato anche un riconoscimento a carattere nazionale.

La sua storia con il satellite, lanciato in orbita nell'aprile 2007, inizia alla facoltà di Fisica di Pavia, alla quale giunge dopo gli anni della scuola dell'obbligo in alta Valle Brembana e del liceo scientifico a . Studi, quelli universitari, che lo mettono subito in stretto contatto con aree di ricerca importanti in Italia e all'estero. Dopo la laurea, nel 2004, decide di continuare nell'ambito della ricerca. Tenta e vince il concorso per il dottorato di ricerca. Ha così la possibilità di seguire ancora i passi della preparazione di Agile (Astrorilevatore gamma a immagini leggero). Si tratta di una missione interamente italiana, con un telescopio spaziale dedicato allo studio del cielo osservabile a energie molto alte. «Ho vissuto in prima persona tutte le fasi affascinanti di questo progetto – spiega Boffelli – con il monitoraggio, insieme a un pool di fisici sparsi in tutta Italia, dei dati trasmessi dal satellite».

Boffelli si è occupato anche delle calibrazioni a terra prima del lancio, cioè di tutte quelle operazioni necessarie per ottimizzare il lavoro nello spazio. La sua tesi di dottorato, svolta nel Dipartimento di fisica nucleare e teorica dell'Università di Pavia, ha recentemente vinto il premio nazionale dell'Istituto nazionale di fisica nucleare in memoria del fisico Bruno Rossi. È stato giudicato come il miglior lavoro nel campo della fisica astro particellare e Boffelli ha ricevuto il premio a Napoli davanti a decine di scienziati provenienti da tutta Italia, ai quali ha presentato la sua tesi.

Un riconoscimento importante che va però a scontrarsi con i fondi limitati destinati alla ricerca. «Ora sono una sorta di apprendista di ricerca, un precario – spiega – e in futuro potrò continuare a lavorare in Università se i fondi lo permetteranno. Credo moltissimo all'aspetto italiano della ricerca. Ci sono molte opportunità all'estero, dove sulla ricerca si investe di più e dove gli italiani sono ricercati, ma spero fortemente che vi siano le possibilità concrete di poter continuare a lavorare qui in Italia».

Attualmente si sta dedicando a un altro esperimento, sempre legato alle astro particelle, che si occupa della rivelazione diretta di materia oscura. Oltre al lavoro di ricerca, è assistente esercitatore nei laboratori di Fisica per le facoltà di Chimica e di Medicina di Pavia e collabora a progetti per mostre di carattere scientifico. Sebbene i suoi studi lo proiettino nel cielo, Boffelli si dedica anche ad attività concrete nel campo del sociale, come volontario della Croce Verde e come volontario in un'associazione che offre corsi di ippoterapia per bambini disabili. Il suo futuro professionale, come il cielo che ama scrutare, resta un'incognita. «L'insegnamento può senz'altro offrire una valida apertura – conclude – ma il mondo della ricerca è quello che più mi attira perché affascinante e stimolante».

Monica – L'Eco di Bergamo

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