cornalbaCornalba non dimentica. A distanza di 65 anni dall'eccidio fascista che costò la vita a 15 partigiani tra il 25 novembre e il 1° dicembre, la comunità si è ritrovata per la commemorazione al monumento sul piazzale della chiesa. «Il tempo passa – ha detto il sindaco di Cornalba Laura Bianchi – ma non dimentichiamo il valore del sacrificio dei nostri compaesani. È un impegno che dobbiamo continuare a mantenere vivo per coloro che hanno perso la loro vita per la libertà». «Mi auguro che la nostra caparbietà nel ricordo – ha aggiunto Ariella Borghi, sindaco di – abbia eco nei giovani d'oggi: spero che siano loro a raccogliere il testimone per diventare sentinelle della democrazia e della Costituzione». Nel corso delle manifestazione sono intervenuti il vicesindaco di Bracca Erica Rondi, quello di Ranica Fulvio Pellegrini, il vicesindaco di Calvenzano Fabio Ferla e Gaspare Grassa del comitato nazionale Anpi.

Anche nell'omelia della Messa che ha preceduto la commemorazione il parroco monsignor Martino ha voluto ricordare i Caduti nell'eccidio: «È importante capire – ha detto – cosa insegna a noi oggi la loro morte. Ci hanno lasciato in eredità una patria unita e un mondo migliore: il loro sacrificio serva a ricordare i valori della comunione e della solidarietà». Anche i ragazzi delle medie della sono stati coinvolti. L'appuntamento principale è stato quello con le testimonianze del presidente dell'Anpi di Bergamo Salvo Parigi, dell'ex deportato Riccardo Schwamenthal e di Olga Mantovani che nel 1944 era ostetrica a Serina. In particolare la signora, oggi novantunenne, ha raccontato di come abbia nascosto e poi curato per sette mesi Giocavaz Scialico, militare russo sopravvissuto al rastrellamento di Serina nel quale persero la vita i suoi tre compagni.

L'Eco di Bergamo

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