Un segno di attenzione per l'impresa e un messaggio in controtendenza per un territorio che sta soffrendo. Il Comune di Zogno ha firmato con la un protocollo d'intesa per la costruzione della nuova sede della società produttrice di centri a controllo numerico. E la notizia è doppia. Perché a 18 anni ormai dagli inizi, si parla dei primi anni Novanta, il quartier generale dello storico gruppo brembano presieduto da Pietro Aceti è pronto a prendere forma nell'ex area Falck. E perché l'amministrazione locale, come spiega il sindaco Giuliano Ghisalberti, ha deciso di «intervenire a favore 'occupazione sostenendo l'imprenditoria del territorio con gli incentivi che sono nelle nostre possibilità». L'accordo prevede infatti sgravi sugli oneri secondari di urbanizzazione e, per il triennio 2012-2014, agevolazioni sulla maggiore Ici che deriverà dall'ampliamento.

Scelta condivisa con Scm
L'investimento che la Cms si prepara a mettere in campo è fra i 7 e i 9 milioni. Una scelta, spiega il presidente, «condivisa con i soci di Scm», il gruppo di Rimini cui fa capo il 51% della società (il 49% è della famiglia Aceti). Si conta di far partire il cantiere nei prossimi mesi, probabilmente in primavera, esauriti i tempi tecnici necessari a completare l'iter burocratico. «Tempi e velocità di realizzazione dipenderanno anche dall'andamento dei mercati», spiega Aceti. E vuol dire che si valuterà strada facendo se costruire tutto subito o procedere a tappe. Il progetto comunque è delineato. Si andrà a completare l'edificio di 6 mila metri quadrati già esistente a ridosso dell'area sdemanializzata tre anni fa. Il risultato finale sarà una sede di 18 mila metri quadrati, con un aumento significativo rispetto ai 10 mila complessivi occupati oggi a Zogno in tre sedi.

Ci sarà così una concentrazione delle divisioni brembane oggi distribuite in due siti di proprietà e uno in affitto e i nuovi spazi, spiega Aceti, saranno funzionali a una razionalizzazione delle attività e a un'ulteriore crescita sia interna sia per linee esterne con eventuali nuove acquisizioni. L'obiettivo a 5 anni è tornare al fatturato pre crisi e incrementarlo del 20%. A conti fatti, vorrà dire raggiungere all'incirca i 120 milioni. «Se si va avanti così, in capo a due anni dovremmo recuperare i valori pre crisi per poi incrementarli di un 5-10% all'anno», spiega Aceti. Su questo scenario è tarata la nuova sede. Con una previsione di sviluppo che nel medio termine potrebbe portare benefici anche sul piano occupazionale e qualche ritocco al rialzo rispetto a un organico che oggi a Zogno, dove si trovano le divisioni legno e materiali avanzati, è di 280 persone su un totale di 500, con altri 220 lavoratori nel sito di Levate, dedicato invece a vetro, marmo, plastica e taglio ad acqua.

Il presidente Aceti: un sollievo
Vedere l'inizio lavori che si avvicina «è un sollievo», dice Aceti: «Si consolida la permanenza sul territorio e si mette la parola fine al rischio spostamento», sottolinea ricordando che tre anni fa c'era il pericolo serio di trovarsi costretti ad andare via. «È un sollievo – prosegue – perché c'è un legame con il territorio: fra i dipendenti ci sono le seconde generazioni. Per Zogno credo sia una realtà che ha il suo peso e per noi è importante perché la gente è il valore dell'azienda: i muri si fa presto a spostarli, ma le competenze sono un'altra cosa».

«Per la valle è un ottimo segnale e speriamo sia seguito da altri», aggiunge il sindaco Ghisalberti. «È importante il rafforzamento dell'impresa sul territorio, soprattutto in questo periodo. È una scelta di grande importanza che ci dà prospettive per il futuro». Ed è per favorire questo consolidamento che il Comune ha deciso di intervenire con le agevolazioni sancite dal protocollo d'intesa.

Silvana Galizzi – L'Eco di Bergamo

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