Zogno – Studenti a lezione di legalità all'istituto «Turoldo» di Zogno. Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuto l'incontro con alcuni rappresentanti 'Arma dei , un incontro divenuto ormai tradizione consolidata da sei anni in questo periodo dell'anno scolastico. Sono stati circa 80 gli studenti coinvolti, selezionati dalle classi quarte dei diversi indirizzi dell'istituto. In cattedra sono saliti il capitano della Compagnia di Zogno, Filippo Bentivogli e il maresciallo Antonio Pesola, accompagnati dal dirigente Gualtiero Beolchi e dal vicepreside Oreste Imperato. «La presenza dell'Arma dei carabinieri sul nostro territorio è molto importante – ha esordito il vicepreside Imperato –. Purtroppo oggi circolano sempre più stereotipi sulla figura del carabiniere che viene ingiustamente identificato solo in chiave repressiva, verso i giovani e soprattutto verso i neopatentati».


Nell'aula magna, dove si è tenuto l'incontro, è stato quindi proiettato un filmato sulla struttura e sulle attività più significative nelle quali sono impegnati i carabinieri. Ha quindi preso la parola il capitano Bentivogli per spiegare ai giovani il motivo della loro presenza a scuola. Poi ha affrontato i problemi riguardanti il mondo giovanile. Non solo, trovandosi di fronte a decine di ragazzi che il prossimo anno termineranno la scuola superiore, ha anche approfittato dell'occasione per lanciare l'invito a considerare la scuola allievi dei carabinieri tra i possibili orientamenti da tenere in considerazione. Il maresciallo Pesola, invece, è intervenuto per trattare gli aspetti più specificamente legali, connessi all'uso dell'alcol e degli stupefacenti, una tematica particolarmente apprezzata dagli alunni anche perché sono stati riportati esempi concreti accaduti nella nostra provincia che hanno suscitato grande attenzione nei ragazzi, recentemente colpiti dalla scomparsa di due compagni in un .

In conclusione è stato riaffermato il valore positivo della legalità e ribadito che il divertimento, legittimo alla loro età, non deve oltrepassare i limiti che possono causare danno e più gravi conseguenze per sé e per gli altri. «Alla luce delle testimonianze raccontate in questa mattinata – ha esortato infine il vicepreside – mi auguro che possiate cogliere il valore positivo da attribuire alla parola “legalità” e ricordo che il “sano divertimento” non è precluso a nessuno, ma deve avere il solo scopo di aiutare a crescere e socializzare con gli altri».

L'Eco di