Monte OrtigheraCi sono due modi per andare in montagna: il più indicato è seguire i sentieri segnalati (possibilmente dal CAI), il secondo è riscoprire vecchie tracce e ridare vita, almeno per un giorno, a quei passaggi tra le montagne che tanto bene conoscevano i nostri nonni, e che ormai stanno per cadere nell'oblio del tempo. La seconda opzione non si può improvvisare, ogni itinerario deve essere attentamente studiato.

Avevamo un sogno: salire sul Monte Ortighera dal versante Ovest, per intenderci dalla bastionata sopra l' a Scalvino di Lenna; un dislivello di 1100 metri circa, seguendo un lungo canalone boscoso. Avevamo anche la guida: il sindaco Mario Lazzaroni, che ci avrebbe dato poi appoggio logistico (e ristoro) nella 'Alpe Moss, appena sotto la cima della montagna. Quindi, perché non tentare?

Partiamo carichi di primo mattino, “Barba” Lazzaroni nelle numerose pause “didattiche” ci fa da oratore “tuttologo” sulla zona: piante, animali, vita contadina, alpeggi, geologia… chi più ne ha più ne metta (video didattico , geologia e storia locale).

In realtà il resto della truppa (io, Gino “Valanga”, Ivan “Caciana”, Paolo e Ugo “Gogis” in rigoroso ordine alfabetico) scalpita, così dopo quasi tre ore di cammino, e in corrispondenza dell'arrivo di un forte vento di fohn, lasciamo il Mario ad un pisolino ristoratore sotto gli ultimi contrafforti del canalone. In effetti in queste ore a passo lento abbiamo già percorso circa 2/3 del vallone che improvvisamente, da boscoso, ripido ma tuttavia agevole per il bel , ci presenta il suo lato duro: terreno gelato e in gran parte coperto di neve, rocce verticali sopra di noi. Abbiamo perso la traccia del sentiero, Mario ci dice che sale sulla destra, ma sfortunatamente è nella parte più ombrosa del versante ed è infestato di neve gelata. Così tento di salire una spaccatura erbosa tra le rocce, arrivo quasi in cima ma scopro che mi sto arrampicando su uno strato di ghiaccio coperto di detriti e che sopra di me l'erba “verticale” non mi offre alcun altro appoggio. Non senza difficoltà torno indietro, Caciana invece salendo sul versante sinistro del vallone, più assolato, supera i contrafforti ma ci sconsiglia di seguire le sue tracce, così io e Paolo tentiamo di salire da un'altra crepa erbosa nella parete, ma dopo un traverso da brividi e qualche presa vicina al kung-fu, rinunciamo e ci rassegnamo a risalire sulla destra arrancando tra la neve, per ritrovare poi per fortuna il sentiero.

Monte Ortighera Val Parina

Superati così i contrafforti ci sentiamo già in cima, in realtà non è così: il vallone prosegue ripido, io e Paolo tracciamo la via in mezzo alla neve e dopo mezz'ora di patemi raggiungiamo la Cima dell'Ortighera, dove ritroviamo Caciana che aveva proseguito con successo sul versante sinistro della montagna. Anche Gogis e Valanga arrivano, e scattiamo la foto di rito di fronte ad uno splendido panorama sulle cime dell'Alta Valle Brembana.

Monte Ortighera Valle Parina

Il vento è sempre più forte ma fa caldo per essere a marzo, scendiamo in cresta fino alla splendida e minuscola conca del Moss, ci stendiamo a prendere il sole e aspettiamo il Mario, che arriva dopo circa un'ora e mezza in tutta tranquillità, e ci prepara un ottimo caffé in baita. Il Moss è uno splendido alpeggio in quota, nella natura più selvaggia. Ci fermiamo ad assaporare ogni singolo profumo del luogo, vorremmo stare lì fino al tramonto ma è tardi, sono le 15.30 e la discesa che abbiamo in mente dal versante della non è breve.

Il Mario (che starà a dormire in baita quella notte) ci accompagna per un breve tratto fino a condurci su un indescrivibile terrazzo strapiombante, da cui si domina tutta la Val Parina e i pascoli del Menna, sulle cui pendici l'esperto ci mostra un gruppo di camosci.

Dopo aver salutato il buon Mario scendiamo a passo spedito, raggiungiamo il Passo e le Baite di Ortighera, e poi giù a capofitto nel vallone lungo un sentiero nuovo per noi, e che ci conduce in picchiata fino agli Orridi della Val Parina. In realtà la nostra intenzione era di tagliare a mezza costa la montagna, ma le tetre guglie della Val Parina sotto le ultime luci del giorno ci negano il passaggio.

Percorriamo la stretta valle a corse, quasi intimoriti dalla maestosità del luogo, e torniamo alle macchine quando è già buio, alle 18.45.

Una intera giornata in una zona selvaggia come l'Ortighera è un esperienza che consiglio a tutti, ma senza una guida è opportuno seguire le tracce dei sentieri più frequentati che percorrono la zona.

Andrea Carminati

Itinerario consigliato per visitare l'Ortighera: mulattiera dal Cantone San Francesco di Lenna, fino al Passo di Ortighera. Dal passo prendere il sentiero sulla destra (bolli rossi), che in mezz'ora porta al Moss.