Non solo Lazzari e Montolivo, la colonia bergamasca traslocata in azzurro è ancora più folta. Il terzo moschettiere è Davide del Cagliari, centralone difensivo di 23 anni, nato a San Giovanni Bianco  e cresciuto a San Pellegrino. Proprio come Pierluigi Orlandini. «Lo conosco, anche se ora lui si è trasferito. Ero piccolo quando ha segnato quel gol che ha dato l'Europeo alla nostra Under 21, ma me lo ricordo. È stato il gol che l'ha lanciato verso una grande carriera». A differenza di Orlandini, Astori però non ha mai giocato nell'Atalanta ed è per questo forse che spesso ci si dimentica le sue origini bergamasche. Anche per lui la festa per la convocazione l'ha potuta fare in casa, anche se il Comunale non è mai stato il suo stadio. «Ho fatto tre anni nel San Pellegrino e altri tre nel Ponte San Pietro, società affiliata al Milan, e così ho avuto una corsia preferenziale con la rossonera», ricorda lui, che quei colori evidentemente li ha sempre avuti nella pelle. «Da piccolo sì, ero milanista, non atalantino».


E nel Milan ha fatto tutta la trafila del vivaio, 'Atalanta solo il ricordo di un provino. «L'ho fatto quando avevo sei o sette anni. Ma non mi presero. Dispiaciuto da di non aver mai giocato nel settore giovanile dell'Atalanta? Magari il dispiacere è quello di non esserci mai stato, ma non ho rimpianti. Alla fine è andata bene anche così. Facevo avanti e indietro ogni giorno da San Pellegrino a ed è stato così fino alla Primavera. È stato un bell'impegno, però alla fine ne è valsa la pena».

Sacrifici di cui ora raccoglie i frutti. «Non mi aspettavo la convocazione in Nazionale, è stata una felicità indescrivibile. Sarà fantastico far parte di un gruppo fatto di tanti campioni, io in particolare non vedo l'ora di giocare con Chiellini che secondo me nel suo ruolo è tra i difensori più forti in assoluto. All'Europeo mancano due anni, il nuovo ct Prandelli ha chiamato tanti giovani e sarà l'occasione per tutti di mettersi in mostra».

La gioia per la convocazione cancella di gran lunga la delusione per non essere tornato al Milan. Un paio di mesi fa sembrava cosa fatta, invece la società rossonera, in crisi di portafoglio e di idee, ha deciso di rinnovare ancora la comproprietà, lasciando il giovane difensore per almeno un'altra stagione a Cagliari, preferendo puntare sullo stagionato Yepes e l'impresentabile Onyewu. Dove sta l'errore? «Non sono cose che mi riguardano, io penso a fare bene e sono felice di essere a Cagliari».

L'Eco di Bergamo

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