Finiti i lavori di ristrutturazione. Il Cai: è accessibile a tutti. Domenica l'inaugurazione con le autorità e i volontari. L'altezza non è tutto. Prendete l'alpe Corte sopra Valcanale: pur essendo il rifugio più «basso» del Cai di (1.410 metri), di primati ne ha da vendere. Tanto per cominciare rappresenta la partenza del delle e questo gli è sempre valso un bel numero di frequentatori, quantomeno di passaggio. Da qualche tempo però se ne fermano sempre di più. Grazie ai lavori degli ultimi tre anni – e questo è il guinness più recente e prezioso – l'Alpe Corte rappresenta il primo ricovero sulle Alpi italiane in grado di garantire l'accoglienza ai disabili.

Un guinness che domenica prossima verrà celebrato con una festa alla quale interverranno in molti: autorità, vertici del sodalizio e tanti appassionati di . Una montagna «senza barriere e senza frontiere». Proprio come il rifugio nella sua nuova versione. «L'intervento – sottolinea Filippo Ubiali della Commissione impegno sociale del Cai che ha coordinato l'iniziativa assieme al past president Adriano Nosari e al direttore dei lavori Giandomenico Frosio – ha avuto come principale obiettivo quello di rendere il rifugio accessibile a tutti. Tutto nasce dall'esperienza della stessa commissione presieduta oggi da Paolo Gamba che ormai da un decennio si occupa dell'accompagnamento dei disabili in montagna. Era giunto il momento di mettere mano all'Alpe Corte e ci siamo detti: perché non sistemarlo in modo che possa essere utilizzato da tutti?». Detto, fatto.

O quasi, visto che tra il primo e il secondo lotto, il cantiere si è protratto per quasi tre anni: sistemate le stanze (ora il rifugio dispone di 24 posti letto), adeguati i servizi (delle quattro toilette, una è accessibile ai disabili) e soprattutto realizzato quell'ascensore che, assieme allo scivolo esterno, ha rappresentato, un vero e proprio caposaldo nella ristrutturazione e nell'eliminazione delle barriere architettoniche.

«Il sodalizio – aggiunge Nosari – ha voluto rimettere al centro delle proprie attenzioni l'uomo. Non dimentichiamoci che questo è l'unico rifugio gestito direttamente dal Cai e che questa nuova impostazione nell'accoglienza va sulla già segnata con diversi altri progetti altrettanto importanti». «Quanto realizzato al dagli amici del Cai -evidenziano il consigliere segretario del Consiglio regionale Battista Bonfanti, il presidente della Commissione regionale «Attività produttive» Carlo Saffioti, della Commissione «Sanità» Pietro Macconi e della Commissione «Cultura e Sport» Daniele Belotti – ci riempie di orgoglio e contribuisce a dare ulteriore impulso alla fruibilità e alle capacità ricettive dei nostri rifugi».

«È certo il segno della sensibilità della nostra sezione – aggiunge Nino Calegari altro past president del Cai di Bergamo – il segno che quando la società lo richiede il nostro contributo non si esaurisce nell'attività tradizionale, ma è in grado di declinarsi in forme di autentica solidarietà». Una solidarietà che, nel caso dell'Alpe Corte, ha potuto contare sul sostegno di tante realtà, tra cui la Diocesi di Bergamo, la e la Banca Popolare di Bergamo hanno svolto un ruolo di primo piano, ma soprattutto sul contributo di tanti soci e volontari che si sono fatti carico dei lavori. Molti di loro saranno presenti domenica.

La giornata inizierà alle 10 con la presentazione del progetto e dei lavori, seguirà la Messa per terminare con il più classico dei brindisi e un rinfresco a base di prodotti tipici bergamaschi. Non mancherà un tocco artistico: nell'ambito dell'iniziativa «I rifugi dei sapori orobici», organizzata dal Cai in collaborazione con Agripromo, verranno esposte alcune opere dell'artista Vittorio Bellini, scomparso lo scorso luglio.

Emanuele Falchetti – L'Eco di Bergamo