Una casa dove ritrovarsi per conversare, ricordare i momenti della «naia» e fare progetti. Era il sogno, ora avveratosi, degli di Averara. Un gruppo minuscolo nei numeri quello di Averara, ma grande nel cuore e nella disponibilità a rispondere quando la chiamata a dare una mano nel bisogno, e ancora a creare momenti di incontri «scarponi», significativo tra gli altri il raduno di ogni anno al passo San Marco ideato ai tempi della quarantennale guida di Luigi Ettore Baschenis.

Finalmente anche le penne nere averaresi dispongono di una sede ricavata al piano terra – concesso in uso dalla parrocchia – dello stabile che un tempo ospitava un piccolo teatro. L'inaugurazione è avvenuta domenica scorsa con una manifestazione organizzata dal capogruppo Bruno Paternoster e dai suoi 35 alpini aiutati dagli amici aggregati al gruppo, con una folta rappresentanza della sezione Ana provinciale composta dal coordinatore di zona Claudio Bianchi, dai consiglieri sezionali Giancarlo Quarteroni, Enrico Tiraboschi, Emilio Finazzi e Massimo Gotti, delegato a rappresentare la sezione, e ancora da Giuseppe , responsabile nazionale della Protezione civile Ana. Presente ancora il vicepresidente della sezione di Biella Italo Moi e rappresentanze dei e della Forestale di e il presidente della di Valle Brembana .

E poi tante penne nere con 33 gagliardetti a far da scorta al labaro sezionale tra cui Pinerolo, Biella e Albaredo. Dopo il corteo, l'omaggio ai Caduti e la Messa ci sono stati i discorsi ufficiali, tra cui quello del sindaco Angelo Cassi. E prima 'inaugurazione della nuova sede si è proceduto allo scoprimento e alla benedizione di una lapide con cui la parrocchia ha voluto ricordare le morti bianche di Averara: qui, infatti, compaiono i morti sul lavoro originari del paese dall'inizio del secolo scorso ai nostri giorni. La manifestazione si è conclusa con l'inaugurazione della sede nella quale è stato offerto un brindisi a tutti.

Sergio Tiraboschi – L'Eco di Bergamo