averaraFinalmente una casa per il gruppo voluto nel '55 da don Stefano Palla. Sarà un fine settimana di festa per il di Averara che conta 35 soci e una quindicina di amici. Domenica, infatti, presenteranno la loro sede.

Che è tutta nuova – osserva il capogruppo Bruno Paternoster – perché non ne abbiamo mai avuta una tale nei 54 anni di vita del gruppo. Finalmente, grazie alla disponibilità del parroco monsignor Lorenzo Gregis che ci ha messo a disposizione il piano terra dell'ex cineteatro, abbiamo anche noi la nostra casa».

Gli , quindi, in alcuni mesi, hanno recuperato il primo piano del vecchio cineteatro, inutilizzato da anni. Tante le iniziative, nonostante il numero esiguo dei soci, del gruppo alpini di .

Si parla di volontariato svolto in piena discrezione in ambito comunitario e pure di manifestazioni di alto richiamo come il raduno intervallivo al passo San Marco, ideato e quindi gestito col gruppo di Albaredo; e nel 1976, per onorare le «penne mozze» dell'Alta Valle e del Bitto Valtellinese, al valico venne costruito l'altare in pietra sul quale si celebra ogni anno la Messa di suffragio. Risale, dunque, al 1955 la costituzione del gruppo averarese e nell'occasione la Messa del ricordo fu celebrata dal compianto don Stefano Palla, tra i promotori del gruppo e tenente cappellano delle penne nere sul monte Grappa nel corso della Prima guerra mondiale, quindi parroco di Averara e benefattore della comunità altobrembana: grazie al suo generoso lascito, infatti, sarà costituita in seguito la «Fondazione don Stefano Palla» nella quale sono ospitati tanti anziani dell'Alto .

Una figura storica, dunque, dell'Alta Valle Brembana, ed è per onorarne la memoria che la parrocchia ha dato casa agli alpini. Tornando alla sede: sono disponibili un salone con cucina, un piccolo ufficio e i servizi. I festeggiamenti inizieranno sabato sera con i canti del coro Fior di Monte di Zogno. Prima e dopo il concerto cena alpina e musiche. Domenica, alle 9.30, ammassamento delle penne nere, alle 10 , alle 10,30 celebrazione della Messa, discorsi delle autorità, benedizione e inaugurazione della «Casa dell'alpino». Si chiuderà con il rancio.

Sergio Tiraboschi – L'Eco di Bergamo