Questa è la volta buona. Dopo quasi vent'anni di progetti e rinvii, dopo una decina di annunci smentiti sempre dai fatti, la variante di Zogno sembra ai nastri di partenza. Il presidente della ne è convinto. L'appalto era stato fatto, mancavano solo i soldi. Ci siamo veramente? «Penso proprio di sì. Tutto l'iter per i lavori era già stato superato. Poi ci sono stati i tagli annunciati dalla Finanziaria. Ora i soldi ci sono, con uno sforzo ulteriore della Provincia. Indietro non si torna». Già, i tagli del governo sembravano aver messo in discussione tutto. «Come Comunità montana ci abbiamo sempre creduto. Siamo sempre rimasti in contatto con Capetti e Pirovano, da cui continuavamo a ricevere rassicurazioni. Si sono presi pure la responsabilità della firma del contratto.

Una scelta coraggiosa ma che ha pagato». Ora la può tornare a sperare, anche su altri grandi progetti? «Penso proprio di sì. Questa era l'opera fondamentale. Darà un'iniezione di fiducia alle imprese, al turismo, a chi vuole investire in valle. E sosterrà i progetti di San e delle stazioni sciistiche». Come accade per queste opere i tempi potrebbero essere lunghi. «Quattro anni sarebbero ottimi, ci farei la firma. Ma si sa che difficoltà ci sono sempre, poi si aggiusta tutto».

E dopo la variante di Zogno? «Non dobbiamo demordere sulle altre opere fondamentali di viabilità: un nuovo
ingresso a da Ponteranica, il completamento della nuova Villa d'Almè- e il tram fino a Villa d'Almè. Ci penseremo »

L'Eco di Bergamo

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