Santa Brigida – Per circa due secoli, fra il Quattrocento e il Seicento, i pittori Baschenis hanno realizzato opere preziose. Una famiglia che deve le sue origini alla frazione Colla di Santa Brigida e che ha sviluppato una tradizione pittorica capace di spaziare dall'arte sacra a quella profana. Un vero patrimonio culturale per il paese che si è scoperto però all'improvviso sprovvisto di documentazioni e di materiale informativo riguardo alla famiglia di artisti. «Tempo fa una giovane venne in biblioteca – spiega l'impiegata – per raccogliere materiale, ai fini di una tesi, sui pittori Baschenis, nativi del nostro paese.

Ci accorgemmo che potevamo fornire solo due piccoli opuscoli e nulla più». Un vuoto che un gruppo di volontari ha deciso di colmare, pensando a un progetto a largo raggio per riscoprire, valorizzare e divulgare l'opera dei Baschenis. Per studiare il progetto si sono riuniti la biblioteca, la parrocchia, gli alpini, la Pro loco, il Gruppo culturale, il gruppo di canto popolare Donne alla fontana e la Filodrammatica Santa Brigida.

Dopo necessario per la ricerca del materiale, si è passati a un'iniziativa aperta al pubblico, con l'organizzazione di un'intera giornata, quella di ieri, dedicata all'arte dei Baschenis. Una presentazione multimediale, condotta da Ugo Manzoni, ha permesso di effettuare una panoramica ampia, sia dal punto di vista temporale sia territoriale, su quanto la famiglia di artisti ha lasciato ai posteri. Nel pomeriggio si sono svolte la visita guidata alla chiesetta di San Giovanni Battista a e la presentazione, a cura di Tarcisio Bottani, dell'affresco «Privilegio di Santo Stefano» dipinto da Simone Baschenis a Carisolo in Trentino. Ispirandosi a questo affresco, la musica e il teatro popolare hanno dato voce in serata alla rappresentazione «La leggendaria spedizione di Carlo Magno da al Trentino», immaginando Simone che torna al paese e narra quello che ha dipinto.

Il progetto legato ai Baschenis vede uno sviluppo per i prossimi due anni. «Nel 2011 – spiegano gli organizzatori – punteremo l'attenzione sul “Giudizio universale” di Casnigo, mentre per il 2012 ci concentreremo sulla Danza macabra di Pinzolo». Parallelamente alla ricerca storica è nata anche un'altra iniziativa, quella di riutilizzare il linguaggio dell'affresco per raccontare sui muri delle case di oggi la storia del paese (iniziativa simile da alcuni anni è in corso a Zorzone di ). Grazie all'opera «La Pisa ègia», realizzata dal pittore Bepi Galizzi sul muro della casa di Ivonne Regazzoni, nella Foppa, l'immagine dell'antica tradizione della cacciata dell'inverno con il suono dei campanacci sarà visibile ai passanti. «Pensiamo di realizzare un affresco all'anno – spiegano gli organizzatori – per valorizzare gli artisti brembani e per lasciare al futuro un pezzo della nostra storia».

Monica Gherardi

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